Intervistato dal New York Magazine, Jonathan Franzen ha parlato della serie TV della HBO basata sul suo romanzo Le Correzioni (The Corrections), di cui è in produzione l’episodio pilota (con protagonisti Chris Cooper e Diane West): lo scrittore ha anticipato che si tratterà di un progetto televisivo diverso dal solito.

  • Le CorrezioniFranzen è presente alle audizioni per il cast (che si stanno svolgendo in queste settimane) e trova che Chris Cooper e Diane West siano un’ottima scelta per il ruolo dei genitori. Circa 10 anni fa, quando si parlava di un adattamento cinematografico del romanzo, Franzen aveva fatto alcuni nomi per il cast: Brad Pitt, Tim Robbins, Cate Blanchett, Naomi Watts.
  • I bambini saranno interpretati da attori giovani, perché nella serie ci sarà molto materiale inedito rispetto al libro. Inoltre, vedremo anche i genitori da giovani, ma Franzen preferisce non rivelare se verranno utilizzati dei flashback.
  • Molti personaggi che nel libro sono secondari avranno un ruolo più importante nella trasposizione televisiva.

A proposito del proprio coinvolgimento e del nuovo materiale inventato appositamente per la serie, Franzen spiega che la sua presenza farà sì che si tratti di un prodotto diverso da tutti gli altri, come “nessuna serie TV che io abbia mai visto”. (Tra le sue serie preferite: Breaking Bad, Friday Night Lights e The Wire).

Le Correzioni racconta una storia incentrata sulle relazioni umane; i protagonisti sono i membri della famiglia Lambert, originari di una piccola città del Midwest americano: la madre apprensiva Enid, il marito in pensione Alfred, ed i tre figli adulti Gary, Chip e Denise.
Delusa dal matrimonio, e alla ricerca di un piacere illusorio su cui proiettare la propria felicità Enid si è imposta un obiettivo: riunire per un “ultimo” grande Natale tutta la famiglia. Questo desiderio si trasforma ben presto in un’ossessione, perché Enid, nell’osservare la realtà, non può esimersi dall’applicare delle “correzioni”: correggere le cose, in una perpetua illusione di credere di aver capito “cosa non funziona”, in sé e negli altri, e di poter dire “da oggi qualcosa cambierà”.

Fonte: New York Magazine