La quinta stagione di True Blood si è conclusa domenica sera sulla HBO e ha portato a conclusione alcune storie, lasciandone ovviamente aperte altrettante. Quest’anno la serie ha ritrovato la freschezza dei primi anni, sfornando una delle stagioni migliori, probabilmente decisa a farsi perdonare il disastro che è stato la quarta stagione. Per la prima volta quasi tutte le trame principali e secondarie hanno trovato uno sbocco sensato e si sono congiunte negli ultimi episodi della stagione, legando personaggi che fino a poco tempo fa procedevano paralleli, ignari l’uno dell’altro, pur vivendo a 100 metri di distanza. Una stagione solida, coesa e divertente quanto basta: ecco cosa ha funzionato e cosa… no.

True Blood 5 - Salome

+1: L’Autorità e la guerra santa
In giaccia, in maglietta, nudo, il Roman di Christopher Meloni è stato puro fan-service, mentre la Salome di Valentina Cervi è stata la vera mattatrice della stagione, con il suo indimenticabile accento. Non da meno il res...