Il primo episodio introduce la premessa della serie (una coppia gay decide di avere un figlio) muovendosi in maniera convulsa (e non solo a causa dell’utilizzo della camera a mano) da un personaggio all’altro: il gay effeminato, quello che-in-pratica-è-etero, la nonna bigotta, la bimba strana, l’assistente fag hag che si scaglia contro la segregazione razzista (così, per farle dire qualcosa), la protagonista dal cuore d’oro.
Tra dosi di buonismo e spunti interessanti affogati nella morale della domenica, quello che manca sono proprio le risate (a eccezione di un rapido flash in cui vediamo una banale ma divertente parodia di The Good Wife). Forse il problema è che la storia non ha molta sostanza, ma se a questo si aggiungono dei personaggi che si limitano a essere macchiette bidimensionali, il risultato n...
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