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Martedì sera negli Stati Uniti il cast di Game of Thrones ha partecipato a un panel dedicato alla serie, organizzato dall’Academy of Television Arts & Sciences, l’organizzazione che assegna gli Emmy Award: all’evento, chiamato An Evening With Game of Thrones, erano presenti Nikolaj Coster-Waldau (Jamie Lannister), Michelle Fairley (Catelyn Stark), Kit Harington (Jon Snow), David Benioff e Dan Weiss (i due showrunner), Peter Dinklage (Tyrion Lannister), Lena Headey (Cersei Lannister), George R.R. Martin (creatore della saga), Maisie Williams (Arya Stark) e Sophie Turner (Sansa Stark). Moderatore dell’evento è stato Rob McEllhenney, creatore di It’s Always Sunny in Philadelphia e fan della saga di Martin.

Qui sotto c’è il filmato: il panel comincia al minuto 09:40. Se avete difficoltà con il caricamento (l’evento è durato 97 minuti) vi suggeriamo la pagina di SpoilerTv, che propone il video diviso in tre parti, rendendolo più facile da guardare. Dopo il filmato trovate un ampio riassunto di quello che hanno detto Martin, Benioff e Weiss.

 

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Il panel comincia con l’ennesimo racconto di Martin che spiega come è stato possibile portare la sua saga sul piccolo schermo: lo scrittore ha ricordato che all’epoca in cui aveva già scritto i primi tre libri, uno più apprezzato dell’altro e molto venduti nel mondo, ricevette i primi contatti da Hollywood. Ovviamente l’autore non credeva possibile trasporre i libri in un lungometraggio e questo lo spinse a riflettere su come effettivamente la sua opera potesse prendere vita: fu il suo agente a dargli una mano, dicendogli che aveva fissato un appuntamento con due sceneggiatori, David Benioff e Dan Weiss (oggi showrunner della serie, ndt). Martin ricorda che il loro incontro fu davvero straordinario e un po’ insolito: pranzarono in un ristorante e cominciaro una conversazione che si prolungò fino alla sera, tanto da trovarsi ancora nel locale quando i gestori cominciarono a preparare la sale per la cena.

Dan Weiss ricorda come lui e Benioff convinsero definitivamente Martin: l’autore gli chiese chi è la madre di Jon Snow. Dopo essersi consultati, i due diedero una risposta scioccante, alla quale Martin rispose solo con un sorriso. Nonostante il nervosismo e il timore reverenziale, gli sceneggiatori erano decisi a portare avanti questo progetto e sapevano di dover ottenere l’appoggio sia di Martin che della HBO, l’unica che loro ritenevano adatta. Il pilot fu girato due volte: la seconda vennero rifatte il 90% delle scene.

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Parlando della sua opera, Martin ha spiegato che alla base c’è la guerra. Dopo il Signore degli Anelli, i fantasy che hanno trattato la guerra non sono stati in grado di ritrarre a dovere il dopo-guerra e lui voleva aggiungere altro: voleva dei personaggi più “umani”, che fossero in conflitto tra il bene, il mare, l’amore…

Benioff e Weiss hanno poi parlato dell’inferno logistico della serie: le riprese non seguono l’ordine degli episodi (la prima scena girata per la terza stagione faceva parte della decima e ultima puntata, ndt). La produzione ha a disposizione tre unità, tre registi per girare e cinque location: Marocco, Malta, Croazia, Islanda e Belstaff (Irlanda). Nella prima stagione per una settimana hanno utilizzato quattro unità. Tutte, ovviamente, lavorano contemporaneamente. Gestire tutto è come fare un enorme Tetris. Nella serie vengono usati dei lupi veri, ritoccati in fase di postproduzione per aumentare del 50% le loro dimensioni.

Martin ha spiegato che quando scrive non si fa influenzare dalla versione televisiva dei suoi personaggi: il primo romanzo uscì nel 1996, quindi nella sua mente ci saranno sempre i personaggi come li immagina lui. Scherzando sulle innumerevoli morti, l’autore racconta di aver discusso alla premiere della terza stagione con tre attori, tutti molto bravi e gentili, e di essersi reso improvvisamente conto del fatto che presto tutti e tre saranno disoccupati, perché i loro personaggi a un certo punto moriranno. Nel conteggio dei morti, Martin è comunque in vantaggio rispetto al duo Benioff-Weiss, che hanno tolto di scena dei personaggi che nei romanzi sono presenti anche nel quinto e sesto libro.

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I due hanno spiegato che, purtroppo, il numero di protagonisti è davvero enorme e il cast è grande: a volte devono per forza fare spazio per altri/o e quindi sono costretti a uccidere qualcuno. Dieci ore di show sembrano tante, ma quando si ha a che fare con un universo enorme come quello creato da Martin ci si rende conto che lo spazio a disposizione si esaurisce in fretta. La terza stagione è quella a cui hanno da sempre voluto lavorare, per via della quantità di incredibili cose che accadano. Benioff ha ammesso che leggendo A Storm of Swords (il terzo libro) non si aspettava proprio che accadessero determinati eventi scioccanti: eppure, secondo lui, nei libri c’erano diversi indizi che lo scrittore aveva lasciato. Con la terza stagione il loro obiettivo è replicare questi effetti.

George ha ammesso di aver cominciato a preoccuparsi per il suo futuro, dato che la serie di Benioff e Weiss procede velocemene e tutti gli chiedono cosa accadrebbe se lo show arrivasse agli eventi del quinto libro: attualmente lui sta scrivendo il sesto, The Winds of Winters, e si sente come una persona che posa i binari di una ferrovia in costruzione e sente e vede l’approssimarsi del treno. Tuttavia, Martin pensa di avere ancora tempo a sufficienza e prevede di poter arrivare al settimo romanzo senza essere superato dallo show: la terza stagione, infatti, è basata su metà del terzo libro e la quarta coprirà gli eventi dell’altra metà, mentre quarto e quinto romanzo, che sono davvero enormi, potrebbero servire per almeno due o tre stagioni.

Fonte: Emmy