Ormai con The Walking Dead ho rinunciato a capire cosa aspettarmi. Posso capire gli alti e bassi, ma ogni tanto un minimo di costanza sarebbe cosa gradita. In un episodio i personaggi – tutti o quasi – agiscono come se avessero meno materia grigia dei walker, in quello seguente regalano attimi all’insegna della saggezza e della profondità morale.
Non so se la cosa sia dovuta ai burrascosi retroscena produttivi – resi ancora più paradossali dal successo sempre maggiore che la serie ottiene qua e la per il globo – o agli effluvi del make up degli zombi, che a questo punto credo sia tutto fuorché atossico, fatto sta che Clear (Ripulire) offre 42 minuti in cui c’è più o meno tutto quello che questa serie dovrebbe elargire e che non sempre consegna allo sguardo dello spettatore.
Facendo una rapida lista della spesa: azione, suspense, tizio sclerato a causa dell’isolamento forzato, introspezione psicologica, un passaggio che pare preso di peso da Shaun of the Dead
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