Parlare di The Walking Dead significa anche scontrarsi prima o poi con la precisazione che i veri “walkers” del titolo non sono tanto gli zombie quanto i protagonisti della storia, costretti da un lato a camminare ancora e ancora, ormai privati anche solo della speranza di trovare un luogo sicuro da poter chiamare “casa”, ma soprattutto morti. Una parola questa che non si riferisce tanto al perenne stato di allerta nel quale gli umani scampati all’apocalisse sopravvivono, ma a qualcosa di più intimo, segreto e, in definitiva, agghiacciante. È la morte dell’anima prima della carne, è la fine di qualunque sentimento o morale come guida delle azioni. Ogni essere umano della serie, lo sappiamo, porta in sé il germe della trasformazione che si manifesterà al momento della morte: ciò che questa terza stagione, con i suoi alti e bassi, ha voluto raccontarci, è dunque il modo in cui quest’anima nera che ognuno è condannato a portare sempre con sé inizi...