Solite gioie e dolori – più i secondi che le prime – nella quinta puntata dell’anno di Homeland, la prima dopo la rivelazione del doppio gioco messo in atto da Saul e Carrie. L’argomento in questione, sicuramente l’evento più importante delle prime quattro puntate, viene toccato, ma non approfondito, in un rapido dialogo tra Saul e Quinn, nel quale quest’ultimo viene messo al corrente della situazione. Per la quarta volta su cinque puntate poi abbiamo Brody ancora latitante nella vita vera e sul piccolo schermo, mentre, finalmente, arriva a conclusione con un sistematico ritorno al punto di partenza la vicenda di Dana.

Se le serie tv via cavo, tra le altre cose, ci hanno insegnato che, probabilmente, più di venti episodi a stagione sono troppi per mantenere una costante qualità, i prodotti inglesi hanno rilanciato la sfida, scendendo, in più di un’occasione, a 6-8 puntate all’anno per i propri show. Perché se sul fatto che la seconda metà di stagione...