La quarta, bellissima stagione di Boardwalk Empire si è da poco conclusa, e HitFix è entrato in contatto con Terence Winter, creatore della serie, per porgli alcune domande sulla fine dell’annata, sui personaggi sopravvissuti e su quelli che ci hanno lasciato. Una lunga e interessante intervista, di cui vi riportiamo i passi più importanti.

Sulla morte di Richard e se ad un certo punto gli autori abbiano pensato “ehi, se lo teniamo ancora in giro, potrebbe praticamente risolvere tutti i problemi in ogni momento”:

Già, più o meno. Ma sapevamo anche che c’erano pochi momenti in cui potevamo farlo. Come dice Oscar a Chalky, ad un certo punto saremmo usciti di strada, e sapevamo che alla fine anche Richard l’avrebbe fatto. Gli eventi psicologici, il fatto di essere ritornato al centro, nella spirale discendente dell’uccisione delle persone, è ciò che lo ha mosso all’inizio della stagione come un killer professionista, per poi farlo tornare in Wisconsin. Tutto è finito in un modo che per noi aveva senso. Non abbiamo consapevolmente messo in moto la macchina della morte, è stato più qualcosa di coerente con la crescita del personaggio.

Sul perché Chalky e Narcisse, contrariamente alle previsioni, sono sopravvissuti entrambi:

Parte di questa decisione è dovuta al fatto che c’era dell’altro da raccontare. L’altra parte è che sono consapevole di come il pubblico stia iniziando a capire i meccanismi della narrazione. Non volevo che pensassero “ecco il cattivone, nell’episodio 12 viene ucciso”. (…) Parte di questo lavoro è cercare di sorprendere le persone e di intrattenerle il meglio possibile.

Sulla possibile delusione degli spettatori, già manifestata in occasione della morte di Jimmy:

Questo è diverso, sappiamo che il personaggio di Richard è giunto alla fine del suo percorso. Credo sia stato soddisfacente, almeno per noi, da un punto di vista creativo ed artistico. Come spettatore credo che sarei soddisfatto di questa storyline.

Sulla creazione del personaggio di Narcisse:

Tutto è iniziato con Chalky che possedeva il club. Ci siamo chiesti dove sarebbe andato a prendere gli artisti da far esibire e abbiamo pensato che avrebbe potuto dividerli con il Cotton Club, e abbiamo iniziato a leggere a proposito del rinascimento di Harlem e su com’era. Poi abbiamo pensato che l’uomo incaricato di ciò potesse essere un gangster e che fosse la controparte di Chalky. E lì siamo giunti a Narcisse, volevamo che fosse l’antitesi di Chalky. Chalky è molto americano, legato alle sue radici, non molto educato. Narcisse è l’opposto. Viene dalle isole, è un immigrato, il suo potere è nella manipolazione e nelle parole, nel suo vocabolario, è un uomo molto diverso. Volevamo che fosse una nemesi molto cool.

Sul ruolo di Nucky quest’anno:

Non ci sentivamo come se Nucky fosse la star dello show e Steve (Buscemi) dovesse essere al centro di tutto. Abbiamo pensato che se avessimo raccontato la migliore storia, anche se ci avesse portato via da Nucky, allora ci sarebbe stato bene così. Abbiamo reintrodotto Kelly. In uno scenario più tradizionale si sarebbe detto che avevamo Kelly Macdonald sotto contratto e che dovevamo metterla in ogni episodio. E invece è apparsa solo quando aveva senso per la storia. Una volta che abbiamo immaginato le nostre storie e le volevamo raccontare, non era necessario che Nucky fosse nel mezzo tra Chalky e Narcisse.

Le avventure di Willie al college sono state una parte particolare. Sentiva che il pubblico avrebbe avuto fiducia sul fatto che avrebbero avuto un impatto?

Lo spero. Siamo consapevoli dei temi portati avanti dallo show. Non mettiamo cose fuori dalla serie per nessun motivo. Le parole non cadono sulla pagina per caso: non decidiamo di fare cose per caso. Parte della difficoltà con il riassunto settimanale sta nel fatto che le persone dimenticano che tutto è parte di un disegno più grande.

Come si è giunti ad avere Jeffrey Wright come Narcisse?

Il linguaggio era già su carta, le parole erano lì, ma tutti i manierismi, la cadenza, il fisico e il look si devono a Jeffrey. La domanda era se potessimo avere Jeffrey Wright nella parte. Quindi abbiamo parlato. Non aveva familiarità con lo show quando ci siamo incontrati per la prima volta, ma era interessato ed eccitato, e poi l’abbiamo tirato dentro.

Parlando di Van Alden (Michael Shannon), chi è questo tipo arrivati a questo punto?

Credo che ora siamo finalmente giunti alla versione più vera del personaggio da quando lo conosciamo. L’abbiamo incontrato come un agente integerrimo, molto religioso, che cerca di far rispettare la legge, ma nessun’altro la prende sul serio tranne lui. (…) Solo quando cambia inizia ad essere più felice. E la cosa importante è che è venuto fuori che è davvero bravo come gangster. Probabilmente non è mai stato così felice come ora.

Fonte: HF