Jonathan Nolan e Greg Plageman, produttori e autori di Person of Interest, hanno raccontato a Collider qualche dettaglio su quanto accadrà nei prossimi episodi dello show della CBS.

Ecco le curiosità e le anticipazioni più interessanti:

  • Plageman ha spiegato che intorno al quarto episodio della prima stagione hanno iniziato a superare i propri limiti e a spingersi oltre, osando. Jonathan è molto orgoglioso di quella puntata e della sua ambiguità, oltre al fatto che abbia fatto capire al pubblico che si sarebbe trattato di uno show originale e diverso rispetto ad altre serie.
  • Nolan ha raccontato che i primi sei episodi hanno creato le basi per raccontare il personaggio di Elias, interpretato da Enrico Colantoni, che appare nella settima puntata, diretta da Fred Toye, il cui finale è stato girato a Coney Island. Il produttore ha sottolineato che quell’epilogo è molto significativo:

    “E’ la vittoria totale per il cattivo. E il network ci ha lasciato realizzarla”.

    Greg ha però ricordato che i responsabili della CBS erano un po’ preoccupati, ma questa reazione ha convinto gli autori di essere nella giusta direzione. Nolan ha aggiunto:

    “Ogni tanto, si getta qualcosa di eccezionale come quello ed è veramente divertente vedere la loro reazione iniziale. E poi si può immaginare quella del pubblico”.

  • Gli autori hanno cercato di ispirarsi alla struttura di X-Files, serie in cui si era cercato di costruire con costanza una storia nonostante si mostrassero casi diversi in ogni episodio, sviluppando nel frattempo anche i personaggi e aggiungendo nuovi ruoli. Fin dall’inizio gli autori sono stati entusiasti dei progressi compiuti nello show e della sua atmosfera e struttura.
  • I creatori di Person of Interest considerano lo show come appartenente alla categoria procedural, una scelta di cui vanno fieri perché permette agli spettatori che non possono essere sintonizzati ogni settimana di capire ugualmente la storia e i protagonisti. Nolan è cresciuto guardando Magnum P.I. e altre serie di quel genere ed è convinto si possa far evolvere un personaggio nel corso di molte stagioni raccontando eventi diversi ogni settimana.
  • Plageman è sicuro che la mitologia alla base dello show spinga la trama principale, su cui poi si appoggiano le storie che si sviluppano e concludono in una singola puntata. Gli sceneggiatori, inoltre, realizzano solo quello che li intriga e vorrebbero vedere sullo schermo. Greg pensa che si sia troppo spesso associato al termine procedural un significato negativo, pensando che non ci fosse bisogno di guardare con attenzione una serie per capire cosa stava accadendo. Gli autori di Person of Interest, tuttavia, stanno sempre superando il confine e cercando di attirare persone che non hanno mai visto una puntata del loro show e incuriosirle, invogliandole a capire meglio la storia.
  • Gli autori hanno deciso di uccidere Carter (Taraji P. Henson) nel nono episodio perché nessuno se lo sarebbe aspettato prima del finale di metà stagione, sorprendendo gli spettatori. Quando hanno preso questa decisione ne hanno parlato con il network che li ha aiutati a far credere che Fusco (Kevin Chapman) sarebbe stato il personaggio a lasciare la serie.
  • Fin dall’inizio tutti gli attori hanno saputo che il proprio personaggio potrebbe essere ucciso o eliminato dalla trama, ma la decisione relativa a Carter è stata presa alla fine della passata stagione perché non volevano portare avanti per troppo tempo quella parte della trama.
    Taraji potrebbe comunque ritornare sul set per realizzare flashback o altre sequenze da utilizzare negli episodi.
    Nolan ha poi sottolineato che Robert John Burke è un attore fantastico, così come apprezza moltissimo tutti gli interpreti che hanno dato vita a quel particolare aspetto della trama. Greg e Jonathan erano inoltre entusiasti di poter lavorare con Clarke Peters, di cui erano fan fin dai tempi di The Wire.
  • Uccidere Fusco sarebbe stato prevedibile e tutti, Kevin Chapman compreso, avevano pensato che il personaggio non sarebbe sopravvissuto nemmeno fino alla fine della prima stagione. Gli autori volevano invece fare qualcosa di diverso rispetto al passato e che facesse emergere ancora più chiaramente l’evoluzione compiuta dagli altri personaggi.
  • Gli sceneggiatori hanno discusso molto durante la creazione della puntata The Devil’s Share, e della precedente, perché doveva essere la conclusione del personaggio di Fusco e del suo percorso da cattivo poliziotto a persona redenta grazie all’amicizia e al legame con qualcuno di profondamente buono e integro che lo ha fatto cambiare. In quell’episodio si è quindi deciso di mostrare un amico di Finch (Michael Emerson) come colpevole, un fatto che ha rappresentato un grande passo in avanti per la trama e un modo per reinventare lo show. Questo espediente, inoltre, ha fatto capire che questo arco narrativo era stato dedicato alla redenzione di Fusco.
  • Dopo la morte di Carter se ne sono mostrati gli effetti su Reese (Jim Caviezel) per essere onesti con il pubblico e rendere realistiche le sue reazioni nei confronti della Macchina che non ha impedito il tragico evento. Plageman ha chiarito:

    “Siamo sempre stati uno show che affronta in modo onesto gli eventi traumatici, altrimenti sembrerebbe tutto falso”.

  • Gli episodi 11, 12 e 13 hanno quindi il compito di dare forma alla seconda metà della stagione e agli sviluppi futuri, proponendo l’idea che la Macchina sia l’oggetto del desiderio per le persone che l’hanno utilizzata senza restrizioni, per chi la controllerebbe e per chi la vorrebbe invece distruggere. Jonathan Nolan ha spiegato che nelle prossime puntate si affronterà la tematica della sorveglianza globale e si rifletterà sull’utilizzo delle informazioni ottenute. Un argomento molto attuale, considerando anche i reali progetti di sviluppare una tecnologia simile a quella mostrata in televisione. Nei futuri episodi si esplorerà poi l’eventualità che esista una seconda Macchina e ci saranno delle svolte sorprendenti.

Fonte: Collider