Steven Moffat, il co-creatore e sceneggiatore di Sherlock, ha rivelato a Collider qualche dettaglio sullo show britannico e sui suoi possibili sviluppi futuri, ecco i passaggi più interessanti della sua intervista:

  • Lui e Mark Gatiss sono entusiasti dell’accoglienza riservata dai fan alla serie, anche perché loro per primi sono dei grandi appassionati delle storie di Sherlock Holmes e, proprio per questo, hanno realizzato lo show. Moffat ha sottolineato che il successo ottenuto dal progetto è enorme e ha già ottenuto circa 60 premi internazionali. All’inizio della produzione della prima stagione erano tutti entusiasti anche solo di potersi fotografare accanto alla porta con il numero 221B, proprio come dei bambini felici. In quei giorni, però, i tempi si sono improvvisamente ridotti e avevano solo tre settimane per poter concludere il lavoro. Il primo episodio di Sherlock ha ottenuto un successo straordinario e Benedict Cumberbatch è subito diventato una star e non è più stato in grado nemmeno di camminare per la strada insieme a Martin Freeman senza causare caos al momento della loro apparizione.
  • Steven ha poi parlato delle svolte inserite negli episodi:

    “La cosa di Moriarty è ovviamente un totale inganno, ma è ancora divertente. Quella di Mary è invece interessante. Il motivo per cui non lo si nota è perché lei piace. Abbiamo messo gli spettatori nella posizione di Sherlock Holmes. Tutti gli indizi erano a disposizione. E’ tutto lì. E’ fin troppo calma sotto pressione. Nessun essere umano sarebbe così. Le piace immediatamente Sherlock Holmes, che è sicuramente un sintomo di una persona pazza. Ma tutti gli spettatori stanno pensando:
    “Bene, grazie a dio non è una seccatura. Grazie al cielo è divertente”, invece che riflettere “Che tipo di persona è quella? Quella non è infermiera. E’ qualcosa di diverso”. Quindi, quando si gira e punta una pistola a Sherlock, è un momento che racchiude due cose che si vuole veramente. E’ una sorpresa, ma si pensa anche “Avrei dovuto capirlo! Certo! Doveva essere così!”.

  • Moffat ha spiegato che uno degli aspetti interessanti della serie di Sherlock è che si vuole rimanere molto fedeli alle storie e averne un approccio originale, ma il problema è che nelle opere di Sir Arthur Conan Doyle non ci sono donne e quelle presenti non sono memorabili e appaiono un po’ noiose e poco interessanti. Lo scrittore non sembrava molto a suo agio nel raccontare le donne, ma i due protagonisti maschili sono invece fantastici. Steven e Mark hanno quindi permesso a Mrs. Hudson di parlare, dandole molta importanza nello show. Il personaggio di Molly, invece, non era nemmeno presente nei testi originali ma funzionava così bene all’interno della trama che è stato mantenuto negli episodi, permettendole di evolversi durante le stagioni e offrendo così una prospettiva femminile. Mary è la protagonista più interessante, secondo lo sceneggiatore, per molti punti di vista. Le donne, tuttavia, sono quelle che nello show riescono a capire Sherlock più velocemente, a differenza di Watson che è ancora un po’ affascinato dal detective.
  • Ora che i due protagonisti conoscono il segreto di Mary sarà interessante vedere l’evoluzione del loro rapporto. Il creatore del serial ha spiegato:

    “Tutti loro sono persone magnifiche. Sono tutte persone cattive, ma va bene. Sono persone cattive insieme. Sherlock sottolinea, ed è probabilmente la mia scena preferita della serie, e dice: “Guarda tutte le persone che conosci. Ovviamente è così”. Saranno favolosi”.

  • Moffat ha spiegato che con Sherlock Holmes non è obbligatorio trovare un nemico, ricordando che Moriarty appare solo in una storia e Milverton è un altro grande cattivo ma ci sono racconti privi di questo elemento che sono come un piccolo puzzle intrigante che non sempre evolve in un crimine. Il personaggio del detective può infatti funzionare senza una mente criminale da combattere ed è proprio quello che accade con Magnussen perché non è molto gentile, è un uomo malvagio, ma non ha un piano, sta solo cercando di ottenere dei soldi.
  • L’apparizione di Moriarty fa parte di un piano a lungo termine a cui gli autori hanno pensato molto tempo fa. Ci saranno comunque delle modifiche a quell’idea iniziale, ma è stata creata alla fine della prima stagione. Steven Moffat ha spiegato:

    “E’ un buon piano. Funziona. Mio figlio l’ha capito quindi era abbastanza buono. Nessun altro lo ha fatto. E’ stato tormentato a scuola da chi gli diceva “Tuo padre non lascia che nessuno resti morto”. Quindi è tornato a casa e ha detto: “Papà, è così”, e ho detto “Sì, si tratta di questo”. E’ tutto perfettamente logico e alle persone piacerà”.

Fonte: Collider