Vanity Fair continua a pubblicare online diversi estratti dell’ampio servizio dedicato a Game of Thrones. Dopo le dichiarazioni di Peter Dinklage e le conferme dei produttori sulla fine della serie – concetto ribadito anche a EW – la parola passa direttamente all’autore della saga, George R.R. Martin in persona.

Nei giorni scorsi avevamo fatto il punto della situazione, sollevando il dubbio sul fatto che Martin possa terminare la saga, prima che la serie tv si metta in pari con i romanzi già pubblicati. Nella nostra analisi, spiegavamo come “le vicende dei personaggi che abbiamo visto nella terza stagione si riferiscono in alcuni casi (la maggior parte) alla prima parte del terzo volume, ma altri sono addirittura alle soglie degli avvenimenti narrati nel quinto.” Questo a supporto della tesi che Dan Weiss e David Benioff non hanno intenzione di dividere in due ciascun libro da adattare, bensì integrare uno con l’altro, vista la particolare struttura del quarto e quinto volume (ricordiamo, inoltre, che i produttori hanno in mente solo sette stagioni). Tuttavia, Martin continua a parlare di divisione in due metà di ciascun romanzo, convinto di avere il tempo necessario per pubblicare almeno The Winds of Winter.

La stagione che sta per debuttare copre la seconda metà del terzo libro. A Storm of Swords era così lungo che è stato diviso in due. Ma ci sono altri due libri dopo quello, A Feast for Crows e A Dance with Dragons. Lo stesso A Dance with Dragons è grande quanto A Storm of Swords. Per cui, potenzialmente, ci sono altre tre serie tra Feast e Dance, se faranno una divisione in due come hanno fatto per Storms. Ora, Feast e Dance hanno luogo contemporaneamente. Per cui non si può fare Feast e Dance come ho fatto io. Si possono combinare e farli in ordine cronologico. La mia speranza è che facciano così. In questo modo, prima ancora che possano raggiungermi, avrò pubblicato The Winds of Winter, che mi darà un altro paio di anni. Potrei avere difficoltà per l’ultimo libro, A Dream of Spring, perché avanzano velocemente.

Voi cosa ne pensate? Condividete il piano di George Martin o pensate che la nostra analisi sia più appropriata? Fateci sapere nei commenti.

Fonte: Vanity Fair