“Tutte le cose che ci rendono ciò che siamo… cosa deve succedere, perché esse cambino?”

Questa frase, pronunciata dal chirurgo – e pluriomicida – Abel Gideon (Eddie Izzard), riassume al meglio il senso della quinta puntata della seconda stagione di Hannibal, costruita mirabilmente su parallelismi e ribaltamenti che sottolineano, ancora una volta, la cura narrativa dello show creato da Bryan Fuller, che sta riscontrando crescenti e impressionanti consensi di critica e un incremento degli ascolti in grado, ci auguriamo, di salvarlo da una chiusura prematura quanto immeritata.

Avevamo lasciato la giovane agente FBI Beverly Katz (Hettienne Park) nell’antro del mostro, alias casa Lecter, dove il perfido psichiatra cannibale aveva messo bruscamente fine all’indagine della ragazza, in cerca (su consiglio di Will Graham) di un collegamento tra lo Squartatore di Chesapeake e l’emulatore delle gesta di quest’ultimo, che nel terzo episodio fe...