È sempre difficile trovare qualcosa da dire su Mad Men. I pregi sono sempre gli stessi, sempre intatti, sempre coerenti con il percorso iniziato nel lontano 2007 e che si concluderà tra quest’anno e il prossimo con la trasmissione, spezzata in due tronconi, della settima e ultima stagione. Quindi un approfondimento psicologico che non ha eguali, un insieme di vicende tenute aggrovigliate dalla tensione che scaturisce dalla verosimiglianza dei caratteri piuttosto che dagli sconvolgimenti della storia, una tecnica (interpretazioni, regia, fotografia, cura dei dettagli e degli ambienti) che da sola basterebbe a proiettare la serie nell’olimpo dei migliori prodotti del piccolo schermo. Ed è anche per questi motivi che una première come quella andata in onda può essere spiazzante per lo spettatore. È sempre Mad Men, con la sua superficie liscia sulla quale scorrono paralleli i grandi mutamenti storici e quelli più piccoli dei protagonisti, ma il ritorno dopo la lunga pausa, e la...