I personaggi e i fatti qui narrati sono immaginari, è autentica invece la realtà sociale e ambientale che li produce.

Questa era la didascalia tratta dal finale di Le mani sulla città di Francesco Rosi, opera di denuncia del 1963 incentrata sulla speculazione edilizia nel napoletano. Altri tempi, altre storie, eppure il filo rosso che unisce quel capolavoro alla trasposizione seriale dell’opera di Roberto Saviano sembra essere lo stesso. Perché se l’anima romanzata delle vicende legate alle attività criminali in Campania era quasi esclusivamente formale nel libro, necessariamente il film – quello del 2008 diretto da Matteo Garrone – e la serie tv devono andare oltre, immaginare, creare, trasporre in modo che il racconto assuma una forma narrativa, e non solo documentaristica. Da qui il legame con la citazione iniziale. Raccontare Gomorra significa raccontare in prima battuta un universo, un modello sociale, prima che economico, vibrante e vivo, ma anche tempestarlo di figur...