“Don, my boy”

Ho scelto questa piccola esclamazione, tra le mille possibili e splendide citazioni tratte dall’ultimo episodio di Mad Men, per cominciare la recensione, perché la trovo la più vicina allo spirito della serie. Semplicemente perché da sola non vuol dire quasi nulla, non suscita nessuna emozione o riflessione particolare, non fa scattare alcun pensiero. Solo tre parole. Ma in quelle tre parole la serie di Matthew Weiner condensa un universo intero, dieci anni di storia dell’umanità raccontate in quasi sette stagioni, un segreto accessibile a tutti, ma che solo gli spettatori possono comprendere. Mad Men non è la serie eclatante che lavora sul colpo di scena, che sfonda sui social con la riproposizione delle frasi e dei momenti più memorabili. È un insieme di silenzi, di frasi non dette, di spunti meravigliosamente lasciati alla nostra interpretazione. E Waterloo, midseason finale, è il capolavoro nel capolavoro.

Da sempre in Mad Men la Storia e i gra...