Il cast di The Wire si è riunito nella giornata di giovedì in occasione del panel organizzato al Paley Center for Media, a New York.

All’evento erano presenti il co-creatore dello show David Simon, il produttore esecutivo Nina Noble, i membri del cast Michael Kenneth Williams, Wendell Pierce, Sonja Sohn, Seth Gilliam, Jim True-Frost, John Doman, Lawrence Gilliard Jr, e Jamie Hector. Tra il pubblico, invece, c’erano a sorpresa: Tristan Wilds, J.D. Williams, Bob Wisdom, e Michelle Paress. Dominic West e Idris Elba hanno poi inviato un messaggio video.

Durante il panel si sono sfiorati molti argomenti come i bassi ascolti e l’ottima accoglienza della critica, aspetto che ha creato molta frustrazione e ha causato molti problemi, o un’eventuale continuazione della serie.

Ecco alcune curiosità emerse durante il panel.

  • Williams, se non fosse stato Omar Little, avrebbe voluto intepretare il tossicodipendente Bubbles (Andre Royo) perché si identifica nella sua compassione e nel suo dolore, oltre a considerare meravigliosa l’interpretazione di Andre Royo.
  • Nella seconda stagione l’attenzione si è spostata dalle strade di Baltimora al porto ma Williams era inizialmente molto dubbioso nei confronti del cambiamento:

    “Sono rimasto molto amareggiato per questa cosa. Ero l’uomo nero arrabbiato. Mi sono avvicinato a David nella mia ignoranza, dicendo “Come è possibile che quando si rende lo show bello, lo vuoi dare alla gente bianca?””.

    Con il passare del tempo si è invece reso conto che la storia di Baltimora non avrebbe dovuto essere limitata a un personaggio o a una parte della città:

    “Non si tratta di me…non si tratta della mia carriera. Invece che essere arrogante e ignorante, sono diventato molto umile e grato per far parte di questo grande ritratto di insieme”.

  • D’Angelo Barksdale muore nella seconda stagione, dopo che Stringer Bell (Elba) ne ordina l’uccisione. Simon ha rivelato che si è sentito in colpa per aver ucciso il personaggio e ha poi abbracciato l’attore.
  • Sohn, Pierce e Royo erano convinti che la serie non sarebbe proseguita a lungo dopo aver visto insieme il pilot e Wendell ha persino detto al suo agente che sarebbe stato libero in un paio di settimane, quindi di provare a chiamare Law & Order.
  • Gilliam non ha apprezzato molto l’assenza di una maggior attenzione per i poliziotti di strada nella seconda stagione e gli sforzi inutili, per quanto riguarda la sorveglianza, del suo personaggio e di Herc (Domenick Lombardozzi). L’attore non aveva capito che Simon stava utilizzando la loro frustrazione per la mancanza di spazio sullo schermo in quella dei poliziotti che non riuscivano ad arrestare le gang in azione.
  • Pierce ha incontrato il vero Bunk nella vita reale: ha infatti conosciuto Rick Requer, l’uomo che ha ispirato il suo personaggio. L’attore ha spiegato:

    “Non dimenticherò mai il primo giorno di riprese, è arrivato nella sua Caddy, con questo enorme sigaro, ha guidato e parcheggiato molto distante, è sceso come Bunk e mi ha guardato, poi è risalito e se ne è andato. Non gli ho parlato per cinque anni”.

  • Ogni finale di stagione è stato considerato come se fosse l’epilogo della serie, perché i produttori non sapevano se sarebbe stata confermata. Il rinnovo ritardato della quinta stagione ha fatto capire che si era vicini a una cancellazione prematura. La HBO ha infatti ritardato la sua decisione su chi doveva tornare fino a quando i contratti degli attori erano scaduti, ma per fortuna il cast è ritornato nella sua interezza sul set.
  • Kima Greggs è sopravvissuta durante la prima stagione a un colpo d’arma da fuoco, ma il personaggio avrebbe dovuto morire. L’attrice ha poi avuto una conversazione con David in cui hanno discusso di come la donna fosse il centro morale del dipartimento di polizia. E’ stata infine Carolyn Strauss di HBO a ordinargli di non eliminare Griggs, perché sarebbe stato un errore.
  • Doman sarebbe stato disposto a esplorare il lato omosessuale di William Rawls, dopo la sua apparizione in un gay bar durante una breve sequenza.
  • Simon non ha intenzione di proseguire la serie:

    “Le storie funzionano se hanno un inizio, una metà e una fina. Abbiamo veramente pianificato il finale. L’epilogo doveva essere l’epilogo. Sostenere la saga è una delle più grandi malattie della televisione americana”.

Fonte: EW