Ci sono molte caratteristiche della nuova ondata di qualità televisiva nell’ultima puntata di Homeland. La capacità di giocare con i personaggi privando lo spettatore di punti di riferimento, una costruzione più “cinematografica” della storia, grandi valori tecnici e non solo in scena. E quindi la costruzione di momenti che colpiscono perché possono davvero essere gli ultimi in compagnia di quel personaggio (protagonista o meno che sia), una struttura stagionale quasi in tre atti, con un cliffhanger sorprendente, un campionario di attori eccellenti e vari momenti splendidamente tesi. È assurdo, è fantapolitica, ma è quello che Homeland è sempre stato. E ce lo ricorda con un episodio straordinario.

There’s Something Else Going On ricostruisce in un’escalation di tensione ed eventi imprevedibili le concitate fasi che portano allo scambio di prigionieri con gli uomini di Haqqani in cambio della vita di Saul. Carrie, sulle spalle il peso dell’operazione,...