Lo scorso 22 gennaio ha debuttato sui media inglesi un particolare progetto sulla tematica omosessuale, scritto e prodotto da Russell T Davies, autore noto soprattutto per il dirompente Queer as Folk britannico e per aver contribuito al revival del Doctor Who a metà del 2000. I tre titoli, corrispondenti ad altrettante serie che formano il progetto, sono Cucumber, Banana e Tofu e si riferiscono, senza andare troppo per il sottile, ad altrettanti stadi dell’erezione. Le serie sono interconnesse tra di loro tramite personaggi ricorrenti – secondari in una, protagonisti in un’altra – e tematiche, ovviamente legate alla sessualità, simili.

Cucumber, in onda su Channel 4, è una dramedy da quaranta minuti, e può essere considerata la serie madre di questo progetto. Il protagonista è il 46enne Henry Best, interpretato da Vincent Franklin, il cui equilibrio sentimentale viene messo in crisi nel momento in cui il compagno da nove anni Lance (Cyril Nri) gli chiede di sposarlo. Il lieto fine non è dietro l’angolo, anzi. C’è parecchia cattiveria e tanto humour dissacrante in questo scorrevole pilot che nella sua conclusione – anche per questo si suggerisce di vederlo per primo – introduce la seconda serie trasmessa.

Banana, in onda su E4, divisione a pagamento di Channel 4, è una dramedy da venti minuti. Nel primo degli otto episodi previsti si incentra sul diciannovenne Dean, interpretato da Fisayo Akinade, che già a questo punto conosceremo per le sue brevi apparizioni in Cucumber. Alcune scene riprenderanno addirittura momenti già visti, anche se i dialoghi non saranno esattamente identici, per mostrare un maggiore legame e creare una continuity più forte. L’idea dovrebbe essere quella di mostrare otto storie autoconclusive, ognuna incentrata su un personaggio secondario diverso apparso in Cucumber: nella prima di queste, Dean vive un conflitto personale dovuto alla percezione della propria omosessualità. Il primo impatto con la serie non dei migliori, ma è un episodio che migliora andando avanti, e che convince dopo la svolta finale.

Tofu, disponibile sulla piattaforma on demand 4oD, servizio di Channel 4, è una serie documentario. È una sorta di dietro-le-quinte delle altre due serie, che approfondisce con interviste al cast, a normali spettatori o ad attori del cinema hard, le tematiche principali che dovrebbero emergere, naturalmente anche queste legate alla sessualità. Gli episodi durano appena dieci minuti. Nel primo di questi i due blocchi di interviste vengono inframezzati da una curiosa parentesi recitata: uno strano segmento che ha qualcosa che ricorda Black Mirror – il network è lo stesso – nel legame tra attualità, potenzialità dei social e sessualità (il riferimento potrebbe far pensare chissacché, in realtà rimane un’idea appena abbozzata).

Piers Wenger, presidente della divisione drama di Channel 4, ha dichiarato a proposito di Cucumber:

In un drama che guarda ai dettagli delle vite sessuali delle persone, siano esse gay o etero, si richiede sicuramente di infrangere dei tabù o di porre delle domande proibite. Non c’è dubbio che le persone la troveranno una sfida, ma comunque si tratta di porre questioni intelligenti in un modo originale.

Le parole del creatore Russell T Davies:

Oggi ci sono molti più personaggi gay in tv, ma non sono ancora sufficienti. Rimangono ancora delle cose interessanti da dire che non sono state dette prima. Alcune cose su Henry, molto comuni e semplici, in effetti non sono mai state dette sui gay, né sullo schermo né su un palco. Si confronta costantemente con i più anziani e i giovani, e non è così semplice come sembra. I personaggi giovani hanno forti storie in Cucumber e alcune delle vicende di Banana contengono degli ottimi momenti per persone di mezza età. Se vi è piaciuto Queer As Folk sorriderete di gusto guardando questo.

Fonte: gq