Il tema centrale di Unbowed, Unbent, Unbroken è l’orgoglio. La cieca autoillusione di essere migliori di quanto in effetti non si è, l’incapacità di guardare lontano e prevedere il volgere della marea, l’impossibilità di considerare tutti i fattori in gioco per opporre la migliore risposta, in genere la più lontana possibile da quella consigliata dall’istinto. Tutte caratteristiche che a loro volta erano emerse in vari momenti nella scrittura della prima parte di stagione. Chiamiamoli campanelli d’allarme, piccoli segnali che nell’ultima puntata sono esplosi presentando di fatto il manifesto delle critiche tradizionalmente mosse alla serie della HBO. Contrariamente al titolo dell’episodio, che fa riferimento al motto della Casa Martell, Game of Thrones questa settimana si piega e infine si spezza sotto il peso della sua stessa storia.

Non credo sia giusto sostenere, come spesso avviene, che in Game of Thrones non succede mai niente. In una stor...