Non esiste alcun collegamento narrativo tra la prima e la seconda stagione di True Detective, eppure nemmeno per un istante durante la visione della première siamo sfiorati dal dubbio che questo potrebbe essere un universo differente. Dal cielo stellato della Louisiana al quale si rivolgevano Rust e Marty, appena usciti dall’incubo di Carcosa, ci spostiamo alle corse a fari spenti nella notte della California. Le stesse strade affilate che tagliano il paesaggio, la stessa rassegnazione e indifferenza alle miserie umane, lo stesso fetore di marciume umano e sociale che definisce i contorni dei protagonisti. Al suo esordio la seconda stagione di True Detective sale, in parte, sulle spalle della prima, ma non riesce a vedere altrettanto lontano: ottima regia, un intreccio ben sviluppato, un casting che convince in parte, dialoghi spesso non all’altezza.

The Western Book of the Dead – titolo bellissimo dell’episodio – traccia fin da subito un netto confine tra sé e la sto...