Se un autore è una persona in grado di dare un’impronta riconoscibile al proprio lavoro, allora Ryan Murphy lo è. Nel bene o nel male, perché non c’è dubbio che American Horror Story negli anni abbia deluso più volte di quante abbia convinto, soprattutto in tempi recenti. Eppure siamo sempre qui, stagione dopo stagione, un po’ più diffidenti e un po’ meno fiduciosi, a sperare in una buona storia. Il particolare setting di quest’anno è un hotel, e bisogna dire che nel lunghissimo pilot Checking In sono pochi i colpi a vuoto della scrittura. Lo stesso caos, gli stessi barocchismi, gli stessi volti, ma anche vari riferimenti colti e un buon avvio.

Motivi geometrici nel pavimento che ricordano quelli dell’Overlook Hotel, luci al neon sparse nei luoghi più improbabili e tenebrosi, corridoio labirintici e e più apparizioni sgradevoli di quante farebbe piacere incontrare. Questo è l’Hotel Cortez di Los Angeles, sede del delirio grottesco di quest̵...