Ogni seconda stagione ha sempre un’incognita dolorosa al proprio interno, una vena di pericolo che la attraversa. In uno show come Le Regole del Delitto Perfetto, le aspettative dopo una prima stagione intricata e narrativamente stratificata erano giustamente altissime; tanto alte da spingere gli autori a confezionare una nuova tranche di episodi che, se da un lato fa emergere l’immutata inventiva del team sceneggiatoriale, dall’altra tradisce una coerenza altalenante che grava come una spada di Damocle sulla serie ABC.

In Hi, I’m Philip i difetti della seconda stagione non restano nascosti dietro la solida psicologia dei personaggi, ma tornano inevitabilmente alla luce proprio laddove anche la coerenza emotiva viene meno e dove il mordente del pathos si annulla. Avevamo lasciato Oliver in uno stato di pericolo, dopo che il misterioso cugino segreto degli Hapstall, Philip, era penetrato in casa sua a seguito di uno sgamatisssimo hackeraggio ai propri danni. Nemm...