Ancora una volta siamo alla fine di American Horror Story, e ancora una volta ci chiediamo cosa esattamente abbiamo visto. Ryan Murphy muta gli scenari, gioca con gli stereotipi del genere, ma racconta sempre la stessa non-storia, e l’hotel Cortez non fa eccezione, con le sue storyline confuse, i personaggi che sono burattini nelle mani di un autore che ne fa ciò che vuole, i conflitti esaltanti e illogici che si risolvono in bolle di sapone. La quinta stagione della serie antologica di FX, la prima senza Jessica Lange a trascinare il gruppo, ha trovato una più che degna sostituta in Lady Gaga, raggiungendo alla fine risultati complessivamente migliori rispetto alle ultime due annate. Che uno stile riconoscibilissimo, che ormai ha inglobato tutti i propri difetti ed eccessi, possa riscattare una vicenda così traballante, è materia per il gusto personale di ognuno. In ogni caso difficilmente ci si annoia.

Temi e svolgimenti sono ricorrenti. Esiste un microcosmo con regole proprie,...