La dicitura “basato su una storia vera” è tanto familiare quanto sfuggente. E Fargo, che inizia ogni episodio mostrandoci questa scritta (anche se ciò che racconta è completamente inventato), l’ha capito perfettamente. Cos’è in fondo la verità? Ogni trasposizione, e ogni forma di racconto, si basa su una serie di presunzioni. Dobbiamo credere che il narratore sia sincero, dobbiamo essere pronti a prendere per buono ciò che ci dirà, dobbiamo essere diffidenti, ma fino a un certo punto, perché senza fiducia non si va da nessuna parte. E la giustizia non funziona in modo troppo diverso. Tutto questo per dire che Making a Murderer – opera in dieci episodi su Netflix – è un documentario a tesi. È la visione parziale, quella delle autrici, di una visione parziale, quella dei protagonisti della storia. Certamente un’opera ambiziosa (siamo però a livelli inferiori rispetto a The Jinx), ma che nasconde in secondo piano quello che è il suo vero cuore.

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