Recensione a cura di Fabio Segretario

Dati Tecnici

  • Video: AVC, 1080/24p (23,976), 1.78:1
  • Audio: 5.1 DTS HD Master Audio: Italiano Inglese
  • Sottotitoli: Italiano
  • 6 dischi 50 gb
  • Region free
  • Amaray
  • Prodotto da CBS/Paramount, distribuito da Universal.
  • Edizione ITALIANA disponibile nei seguenti paesi: IT

Serie

Dopo un devastante attacco sulla Terra, causato dalla sonda di una misteriosa razza aliena, il capitano Jonathan Archer viene a conoscenza dal misterioso benefattore dei Sulibani, proveniente dal futuro, che i responsabili sono gli Xindi: sconosciuta specie aliena che abita la pericolosa (e mai esplorata con successo) Distesa Delfica, gli Xindi sono stati convinti da un’altra fazione della Guerra Fredda Temporale che l’umanità li avrebbe distrutti fra trecento anni e che per questo stanno preparando un nuovo attacco che porterà la distruzione della Terra. Senza alcun supporto da parte dell’Alto Comando Vulcaniano e senza altri alleati, il capitano Archer guida l’Enterprise in una missione disperata: spingersi fin dentro la Distesa Delfica per fermare il nuovo attacco e convincere gli Xindi dell’errore che stanno commettendo.

Terza stagione per il controverso e molto poco fortunato Enterprise creato da Rick Berman e Brannon Braga

Terza stagione per il controverso e molto poco fortunato Enterprise creato da Rick Berman e Brannon Braga, che da questa stagione riporta nuovamente nel titolo “Star Trek”, precedentemente eliminato per non scoraggiare eventuali nuovi spettatori, ma che in questo momento ha l’esigenza di riportare gli appassionati nuovamente a guardare la serie. La creazione della terza stagione nasce da un malcontento generale da parte dei dirigenti del network e dall’evidente perdita di freschezza di cui il brand Star Trek ormai soffriva da qualche anno e che con Enterprise non stava aiutando a risollevare (riducendo il format ventiquattro puntate, anziché le canoniche ventisei). Ecco quindi che la vecchia formula episodica viene quasi del tutto abbandonata in favore di una narrazione più ampia che abbracciasse un’intera stagione e che avrebbe dato allo spettatore un filo conduttore preciso e unico. Analizzando le storie passate, Braga e Berman arrivarono alla conclusione che le storie che più appassionavano il pubblico erano quelle dove la Terra era in pericolo, ed ecco quindi che l’intera stagione diventa una corsa contro il tempo per salvare la Terra. In questo contesto, è impossibile non pensare che questa stagione sia tutta un’allegoria dell’11 settembre, con la Terra, come l’America, ferita nel profondo e una missione con intenti iniziali belligeranti (quanto meno con Star Trek) per cercare vendetta. Ma dopo tutto Star Trek è l’allegoria fatta serie, sempre specchio dei suoi tempi, e di esorcizzazione dei problemi del mondo ed Enterprise mantiene la tradizione. La creazione degli Xindi è un elemento di grande interesse e fascino in Star Trek: una specie formata da cinque razze diverse (più una sesta estinta): i primati, i rettili, gli arboricoli, gli acquatici e gli insettoidi, con le loro differenze fisiche e sociali, sempre in disaccordo, ma unite da un obbiettivo comune. Come sempre, Star Trek caratterizza gli avversari dei protagonisti con sfaccettature e caratterizzazioni di alto livello, in modo da non farli sembrare dei semplici mostri. Tra questi spiccano sicuramente Degra (Randy Oglesby), il costruttore della super arma, della razza primate, ligio al dovere di non far morire la sua gente e la sua famiglia, ma pieno di dubbi e non felice di dover causare un genocidio. E’ sicuramente il personaggio meglio caratterizzato e con cui Archer avrà più di un confronto.

E segue poi Dolim, della razza rettile, che rappresenta il principale antagonista della stagione, spietato con gli umani, tanto quanto i suoi stessi simili, il cui unico obbiettivo è quello di primeggiare su tutti. Ma oltre agli Xindi, c’è un altro nemico trama nell’ombra, usando quest’ultimi come strumenti per raggiungere gli scopi prefissi: i cosiddetti costruttori delle sfere, una razza transdimensionale matriarcale, che ha convinto gli Xindi della minaccia umana, ma  in segreto ha costruito una serie di sfere metalliche grandi come delle piccole lune, che creano delle distorsioni gravimetriche che deformano la materia e distruggono le normali leggi della fisica, creando la cosiddetta Distesa Delfica, con l’obbiettivo di modificare lo spazio per farla abitare dalla propria gente, annientando al contempo qualsiasi forma di vita e materia dello spazio normale. Tale elemento della trama serve a ricollegarsi alla “funesta” trama della Guerra Fredda Temporale, dove i costruttori rappresentano una delle fazioni che ha modificato il corso della storia per raggiungere il loro scopo, in modo da dare una continuità tematica e per non abbandonare quella trama, che troverà poi la sua conclusione a inizio della quarta stagione. Ma non sono solo gli antagonisti ad avere un arco narrativo e una forte caratterizzazione, perché anche i protagonisti hanno il loro sviluppo in questa stagione: Archer, più si spinge nella distesa, affrontando difficoltà di ogni genere, più il suo cuore si indurisce, costringendolo a scelte estreme che lo segneranno nel profondo. Da citare scene come quella della tortura sul pirata spaziale, ma più ancora significativa la scelta di abbordare una nave di esploratori pacifici per rubare dei componenti per loro vitali al completamento della missione. Questa serie di traumi e di compromessi morali non sono inseriti alla leggera, ma sempre con il giusto peso verso un personaggio che è messo con le spalle al muro e viene provato dalle circostanze, che avranno il loro peso nella stagione successiva.

Anche Trip e T’Pol non vengono trascurati e intrecceranno una profonda relazione romantica che modificherà alcuni loro preconcetti reciproci: T’Pol diventa un personaggio molto più emotivo e dimostrerà un certo attaccamento all’equipaggio dell’Enterprise, mentre Trip smette di essere un campagnolo americano, rendendosi più responsabile e capace anche di perdonare, invece di cercare di punire chi ha ucciso sua sorella (una delle vittime del primo attacco Xindi sulla Terra). Nonostante la stagione segua un arco narrativo unico, la terza stagione di Enterprise mantiene ed integra tutte le tematiche tipiche che i fan del brand amano vedere inserite nelle storie della nave stellare: tra i principali si può citare “Similitudini”, episodio che narra la creazione di un clone identico a Trip, creato con il solo scopo di fornire tessuti che serviranno al vero Trip, in coma a causa di un incidente, sollevando dubbi etici tra Archer e il dottor Phlox.

In un certo senso riprende alcune delle tematiche e dei modi estremi della serie Voyager

“Danni alla nave”, che tratta senza mezzi termini della droga e degli effetti deleteri su chi ne abusa, in questo caso T’Pol, che a causa di una prima esposizione al Trellium D, sostanza che è in grado di proteggere i vascelli dalle distorsioni gravimetriche, tossica per i Vulcaniani, le da accesso ad emozioni mai provate prima, diventandone dipendente. E non può non essere citato l’episodio “Il dominio prescelto”, attuale all’epoca tanto quanto adesso, dove un gruppo di alieni che venerano i costruttori delle sfere come divinità, decidono di punire l’Enterprise perché le avrebbero profanate e utilizza il vascello per annientare i propri compatrioti infedeli, rei di non seguire il loro credo. Ovviamente la stagione offre poi il suo ricco campionario di puntate tematiche, come viaggi nel tempo con l’episodio “Carpenter Street”, dove Archer e T’Pol vengono inviati indietro nel tempo nel 2004 da Daniels, l’agente temporale del trentunesimo secolo, per impedire agli Xindi rettili, inviati dai costruttori delle sfere, di sintetizzare un’arma biologica contro gli Umani. E non mancano le realtà alternative, come l’episodio “Il crepuscolo del tempo”, in cui Archer si risveglia in un futuro prossimo apocalittico, dove la Terra è stata distrutta dagli Xindi, l’umanità è a rischio estinzione e Archer ha una relazione romantica con T’Pol. Oppure anche di paradossi temporali, come l’episodio “Un tuffo nel futuro”, dove l’Enterprise incontra se stessa, ma guidata dai discendenti dell’equipaggio, rimasto intrappolati nel passato, per aiutarli a non commettere gli stessi errori. Ma queste sono solo alcune delle molte puntate di questa singolare stagione, che in un certo senso riprende alcune delle tematiche e dei modi estremi della serie Voyager, ricca di sequenze d’azione memorabili e personaggi indimenticabili.

Di seguito l’elenco delle dieci migliori puntate della stagione.

  • L’anomalia: l’Enterprise viene colpita duramente da una serie di anomalia gravimetriche, che alcuni pirati sfrutteranno per depredare la nave. Inseguendoli, l’Enterprise scopre l’esistenza di enormi sfere metalliche grandi come piccole lune, riuscendo poi a catturare uno dei pirati che utilizzavano una delle lune come base. Archer per la prima volta dovrà compiere scelte estreme per il proseguimento della missione che lo cambieranno per sempre.
  • Il crepuscolo del tempo: Archer si risveglia su Ceti Alpha 5, un pianeta baraccopoli che i pochi esseri umani sopravvissuti utilizzano per rifugiarsi dagli Xindi. Archer scopre che a causa di una distorsione il suo cervello è stato attaccato da dei parassiti, che non gli permettono di formare nuovi ricordi. Così T’Pol, che nel frattempo è diventata la sua compagna, gli racconta la terribile storia del fallimento della missione e della distruzione della Terra avvenuta sedici anni prima. Ma nel momento più buio, il dottor Phlox, fa una scoperta incredibile che potrebbe salvare Archer dai parassiti e riportare la storia al suo corso.
  • Similitudini: Trip rimane gravemente ferito durante l’attraversamento di una nebulosa. Il dottor Phlox suggerisce che tramite una pianta aliena sia possibile creare un perfetto clone di Trip, la cui crescita e aspettativa di vita sarebbe di poche settimane, da utilizzare come fabbrica di parti di ricambio per l’ingegnere capo ora in coma. Tale scelta solleva dubbi etici e morali tra Archer e Phlox, spostando sempre più avanti i limiti auto imposti per portare a termine la missione.
    Il dominio prescelto: l’Enterprise viene presa in ostaggio da un gruppo religioso, che considera i creatori delle sfere come divinità. Benché accusino Archer e il suo equipaggio di profanazione, il gruppo sequestrerà loro la nave nel tentativo di utilizzarla come arma risolutiva contro i propri compatrioti colpevoli di non aderire allo stesso credo. La disputa porterà ad una triste ed agghiacciante verità per il gruppo religioso.
  • Il test: grazie all’aiuto di Shran e la sua nave da guerra, l’Enterprise giunge finalmente al luogo dove gli Xindi testano la loro arma. Con l’aiuto di Shran, Archer intende impossessarsi del prototipo affinché venga studiato dalla Flotta Astrale per creare delle adeguate contromisure. Tuttavia Shran riceve degli ordini dall’Impero Andoriano che gli impongono di requisire l’arma da usare potenzialmente contro i Vulcaniani. Shran si trova combattuto tra il suo dovere e il rispetto che prova per Archer che lo porterà ad uno scontro diretto con lui.
  • Ordini del medico: a causa di un’anomalia spaziale che ha reso una regione di spazio mortale per gli esseri umani, Phlox decide di mettere in coma tutto l’equipaggio affinché oltrepassino la regione indenni. Phlox, apparentemente immune agli effetti, resta quindi il solo sveglio sulla nave, insieme a T’Pol. Tuttavia, ombre e strani rumori mettono in allerta Phlox, che inizia a dubitare della sua stessa sanità mentale.
  • Azati Primo: finalmente l’Enterprise giunge ad Azati Primo, il luogo dove l’arma Xindi sta per essere ultimata. Archer, non vedendo altre soluzioni, decide di attuare egli stesso un attacco suicida per distruggere l’arma. Ma in quel momento viene trasportato da Daniels quattrocento anni nel futuro, all’interno dell’Enterprise J, una nave costruita insieme agli Xindi, che ne compongono anche parte dell’equipaggio e combatteranno nel futuro i costruttori di sfere; ma tutto questo non si avvererà se Archer morirà prematuramente. Non ascoltando le suppliche di Daniels, Archer prosegue nel suo piano, che però viene sventato dagli Xindi e l’Enterprise viene pesantemente attaccata. Nell’ora più buia, Archer dovrà trovare il modo di convincere gli Xindi che non è lui il vero nemico.
  • Danni alla nave: dopo il micidiale attacco degli Xindi, l’Enterprise è quasi distrutta, ma Archer è riuscito a convincere Degra della sua buona fede, dandogli appuntamento al consiglio Xindi per aiutarlo a convincere gli altri membri delle sue parole. Tuttavia, la nave è troppo danneggiata per poter arrivare in tempo e Archer, pur disprezzando se stesso, decide comunque di abbordare un vascello alieno, anche quello danneggiato, per rubare dei componenti essenziali per poter riparare la nave, diventando egli stesso un pirata, proprio come coloro che lo avevano attaccato appena giunti nella Distesa. Nel frattempo T’Pol, non potendo raggiungere la sua scorta segreta di Trellium D a causa dei danni alla nave, accusa sintomi di astinenza ed è costretta a rivelare la sua dipendenza a Phlox.
  • Un tuffo nel passato: per raggiungere il consiglio Xindi, l’Enterprise deve attraversare una regione di spazio abitata da pirati che condurrebbe ad un tunnel spaziale. Ma prima che possa accingersi ad attraversarla, l’Enterprise viene fermata da un’Enterprise identica comandata da Lorian, figlio di T’Pol e Trip. Egli racconta l’incredibile storia di come l’Enterprise, attraversando il tunnel, sia finita indietro nel tempo di centocinquant’anni e che l’attuale equipaggio sia composto dai discendenti di quello di Archer, frutto di relazioni interne e con altre specie. Lorian intende aiutare Archer a non commettere lo stesso errore e farli giungere sani e salvi al consiglio.
  • Ora zero: L’Enterprise guidata da T’Pol è intenta a distruggere una delle sfere principali per distruggere tutta la rete e confinare i costruttori alla loro realtà di appartenenza, ma quest’ultimi si rendono materiali tentando di fermare l’Enterprise. Nel frattempo Archer, con l’aiuto di Shran, abborda l’arma Xindi, ormai nell’orbita della Terra per farla saltare in aria, ma Dolim farà di tutto per fermarlo. La battaglia finale che deciderà le sorti della Terra e degli Xindi si decide qui.

Video

A distanza di oltre due anni dall’uscita della seconda stagione in alta definizione Blu-ray, finalmente anche gli appassionati italiani possono proseguire nella raccolta di Star Trek Enteprise in questo formato. I motivi per un simile ritardo, ma sarebbe meglio dire che fu una sospensione a tutti gli effetti, sono sin troppo ovvi anche per i non esperti di questo settore: a differenza di Star Trek The Next Generation, le vendite di Enteprise sono state troppo esigue per convincere la CBS Paramount a investire ulteriormente nel nostro paese. Ecco quindi che, senza mezzi termini, l’Italia fu esclusa dalla pubblicazione internazionale delle restanti due stagioni. E’ una storia comunissima per chi è appassionato di home video e purtroppo si tratta di una triste realtà: l’home video non ha mai veramente fatto presa nel nostro paese dove le vendite, sin dalla VHS, passando per il DVD e giungendo al Blu-ray, sono sempre state esigue e con un abbassamento progressivo negli anni a causa dell’avvento di internet e dei download legali e non. Quindi il mercato home video rimane vivo per lo più grazie agli appassionati che ogni anno spendono cifre considerevoli per incrementare la loro collezione. Furono proprio i fan della serie, altrimenti costretti a rivolgersi alle sole edizioni DVD o alle versioni estere sprovviste di localizzazione italiana, ad attivarsi con una serie di proteste e a convincere, dopo due anni, la Universal ad investire ulteriormente su Enterprise, concretizzando il tutto con l’uscita della terza stagione in Blu-ray a inizio dicembre. A differenza delle prime due stagioni, che erano state prodotte dalla Paramount per una release mondiale, vale a dire quindi che l’edizione era identica in tutti i paesi del mondo e conteneva tutte le localizzazioni, italiano compreso, la terza stagione (e quindi anche la quarta prossimamente) è stata prodotta localmente, sostenendo tutti i costi. Questo, come scopriremo, ha portato a dei compromessi importanti.

Come per le precedenti, l’edizione è presentata su sei dischi, contenenti tutti gli episodi della terza stagione e contenuti in una confezione amaray. A differenza delle precedenti, non è presente lo slipcover di cartone lucido e stampa in rilievo, immagino per sopperire ai costi di stampa. Da notare che i label sui dischi sono gli stessi dell’edizione internazionale, con scritte in inglese e loghi censura tipici della release internazionale destinata anche al mercato britannico, ma essendo l’edizione destinata al solo mercato italiano, tali loghi non hanno alcun valore per l’utenza italiana. Si tratta di un altro compromesso per sopperire al costo di stampa per dei label localizzati. I menù sono realizzati dallo studio di authoring locale, che non ha ripreso la struttura e la grafica delle stagioni precedenti (sempre per questione di costi per i diritti di quel materiale), realizzandone una specifica per l’occasione, che però non riporta la data di trasmissione dell’episodio e nemmeno la data in cui esso si svolge. Si tratta di dettagli ovviamente, ma erano comunque una chicca per gli appassionati. Nonostante la presenza, inutile, del java per il caricamento, non è presente alcuna funzionalità, come la selezione di tutti gli episodi da un disco qualsiasi.

Anche la terza stagione di Enterprise è stata girata in 35 mm Super 35 e il master utilizzato per l’edizione HD è il medesimo delle trasmissioni broadcast

Anche la terza stagione di Enterprise è stata girata in 35 mm Super 35 e il master utilizzato per l’edizione HD è il medesimo delle trasmissioni broadcast (nastro magnetico D5), quindi non si tratta di una rimasterizzazione come accaduto invece con The Next Generation. La terza stagione è l’ultima ad essere girata in pellicola, abbracciando con la quarta e ultima le più performanti soluzioni digitali.

 

Sostanzialmente il quadro video non è cambiato dalle precedenti stagioni, presentando un andamento discontinuo della definizione effettiva: si passa da sequenze con texture vivide, sufficientemente ricche di microdettagli, sia nei primi piani, campi medi e lunghi, valorizzando costumi, scenografie e gli straordinari make up di Michael Westmore, ad altre con crolli verticali dove le texture sono slavate, ci sono problemi di messa a fuoco e l’immagine è assai impastata. Tali crolli sono dovuti alle condizioni di ripresa, dato che quasi sempre la serie si svolge in ambienti bui o poco illuminati. Oltretutto la serie fa un larghissimo uso di filtri bagliore che riducono ulteriormente la definizione percepita degli elementi in favore di una resa più luminosa e contrastata. Anche come colori resta fedele a se stesso, con una forte dominante violacea dalle tonalità tenui e fredde, che non lascia molto spazio a variazioni. Né si presentano come particolarmente profondi o voluminosi, anzi la paletta cromatica è assai limitata, in buona parte per scelta stilistica, ma anche per limiti del master e ciò non favorisce una buona tridimensionalità dell’immagine, nonostante un più che buon livello del nero. Il girato è caratterizzato da un’intensa quantità di rumore molto fine e persistente, in parte dovuto al girato, ma in parte anche ai master scelti. Non vi sono particolari segni di spuntinature e il quadro è sempre stabile. Negli effetti visivi digitali, benché sempre realizzati ad una risoluzione inferiore rispetto al girato effettivo, a differenza delle precedenti stagioni il degrado risolutivo è meno marcato, pur tuttavia non mancando e presentando effetti di aliasing nelle linee più sottili. Ma se si guarda alla prima stagione, si tratta di una svolta non da poco. In definitiva, si tratta di un quadro video discreto, ma assai al di sotto degli standard odierni o di prodotti con un’attenta rimasterizzazione, ma in ogni caso assolutamente fedele al girato, alle intenzioni dei registi e dei direttori della fotografia e che la compressione in AVC a medio alto bitrate è in grado di replicare con successo, senza problema alcuno.

Audio

Con il passaggio ad una produzione locale, il doppiaggio italiano può essere finalmente gratificato da una codifica lossless esattamente come l’originale inglese, infatti entrambe le tracce sono presentate in DTS HD Master Audio a 5.1 canali. Tuttavia, tale vantaggio risulta effimero, come spesso accade, perché purtroppo la traccia italiana sembra soffrire di qualche problema: il principale è sicuramente che gli effetti e la colonna sonora sovrastano spesso e volentieri i dialoghi rendendoli inintelligibili. In particolare nei momenti più concitati che coinvolgono esplosioni e il crescere della musica, risulta veramente difficile stare dietro ai dialoghi. Ma più ancora gli effetti sonori come lo sparo di un phaser suonano con eccessiva potenza e intensità, tanto da dare più di una preoccupazione per i propri canali. Non sono poi rari i casi di eccessiva saturazione delle frequenze con il presentarsi di distorsioni metalliche, per quanto lievi tutto sommato. La separazione e direzionalità dei canali è comunque abbastanza buona da coinvolgere nei succitati momenti. In sostanza la terza stagione non convince assolutamente sul fronte sonoro. La traccia inglese sembra immune da queste problematiche. Si segnala l’assenza dei sottotitoli in inglese, che va ad aggiungersi alla lista di compromessi per avere questa edizione.

Extra

Veniamo al punto dolente di questa edizione: come anticipato, l’obbligo di una produzione locale ha richiesto molti compromessi economici per poter essere realizzata e il taglio che più fa male per gli appassionati è sicuramente la totale assenza di contenuti speciali. Non si tratta solo dei contenuti inediti come l’attesissima retrospettiva sulla stagione nel documentario in quattro parti “In a Time of War”, ma anche tutti gli extra già editi su DVD e che sono tutt’ora disponibili in quel formato, rendendo di fatto l’edizione estremamente povera nei confronti della sua controparte SD. Si tratta di un neo importante per una edizione che alla fine si rivela essere solo essenziale.

Conclusioni

Dopo oltre due anni di attesa, finalmente le proteste dei fan italiani di Star Trek sono state ascoltate e ora possono avere anche loro la versione HD della terza stagione di Enterprise. Se da un punto di vista tecnico non presenta sorprese, replicando quanto già visto nelle stagioni precedenti, questa edizione è frutto di grossi compromessi, che purtroppo ha privato tutti della possibilità di godere dei nuovi e ricchissimi extra. Non si può comunque non consigliare il prodotto che finalmente ci fa godere dello show al suo massimo ottenibile, tuttavia è comprensibile la delusione per tutte le rinunce fatte.