Lo showrunner di Blindspot Martin Gero ha risposto a numerose domande durante un’intervista telefonica fatta con Collider.

Noi vi pubblichiamo tradotti da noi quelli che secondo noi sono i passi più interessanti usciti fuori.

  • Molte persone, nel periodo di Natale, anche se non c’è un break, tendono a recuperare le serie che sono già a metà strada. Martin Gero afferma però che molti non hanno il tempo (10 ore per l’esattezza) per recuperare la prima parte della stagione, in questo modo gli autori hanno fatto sì che l’11esimo episodio fosse come un secondo pilot. Hanno voluto coinvolgere le persone come se stessero guardando un altro primo episodio di Blindspot.
  • Gli autori sapevano sin dall’inizio come far evolvere lo show e Jane Doe. Hanno cercato di impostare la storia per circa tre stagioni in modo che tutte le risposte che il pilot potesse far sorgere allo spettatore nel corso degli episodi potesse trovare risoluzione. Hanno tentato di individuare sin da subito il modo di rispondersi da soli alle domande che il pubblico si sarebbe potuto fare, come: “chi è lei realmente?”.
  • Hanno già un’idea generale della seconda stagione. Non volevano trovarsi in ansia di non sapere loro stessi dove volesse portare lo show, in questo modo hanno agito sin da subito programmando ad oltranza idee ed eventi.
  • Ogni stagione sarà come un capitolo di una saga di libri. Avrà un inizio, un centro e una fine. Così è andata con questa stagione e così sarà per la prossima.
  • Per Martin Gero gli episodi procedurali sono fondamentali così come quelli mitologici. Fa riferimento a The Good Wife ammettendo che ogni episodio contiene entrambe le cose e ogni episodio è essenziale per i personaggi e per la storia in sé.

Blindspot è stato già rinnovato per una seconda stagione. Lo show con protagonista Jane Alexander va in onda tutti i lunedì sulla NBC.