House of Cards negli anni ci ha abituato a mettere gli Underwood da una parte, con le loro bassezze e le loro falsità, e tutti gli altri politici e politicanti vari in un cerchio a parte. Più o meno, perché i giochi di potere, i compromessi ci sono ovunque, e nemmeno per un secondo la serie si sogna di dipingere il resto dei rappresentanti come ingenuamente onesti. Piuttosto, si sceglie di giocare con il contrasto con la capacità degli Underwood di andare sempre un passo oltre l’immediata praticità e linearità degli altri candidati. Dean Austen lo scorso episodio ne è stato l’esempio lampante.

Tutto questo genera un certo meccanismo, quasi per abitudine, nel quale in ogni momento in cui gli Underwood si rivolgono a qualcuno siamo pronti a credere che l’altro si beva qualunque cosa, perché “troppo inferiore” rispetto ai protagonisti. Per questo motivo il colpo di scena in conclusione di Chapter 48 è così giusto e riuscito. Perché, oltre a mettere un po̵...