Domenica la serie Once Upon a Time tornerà sugli schermi americani con la puntata numero cento e ieri il network ABC ha confermato la sua fiducia rinnovandola per una sesta stagione.
La situazione non è però sempre stata così rosea e il co-creatore Edward Kitsis ha recentemente rivelato che prima del debutto nel 2011 le previsioni più probabili erano quelle di una cancellazione, a causa della programmazione nella serata della domenica, giornata in cui c’è un’agguerrita concorrenza.
Ecco qualche altra curiosità emersa in una recente intervista.

Kitsis e Adam Horowitz avevano ideato la storia di Emma e del mondo incantato di Storybrooke con un’idea ben precisa:

“Volevamo realizzare Once Upon a Time basandoci sull’idea della speranza perché era subito dopo la crisi economica e tutto sembrava semplicemente così cinico”.

Inizialmente i due autori del progetto avevano proposto la serie a circa dieci emittenti e tutte avevano rifiutato poi si sono resi conto che l’unico posto adatto a poter sviluppare nel modo giusto la storia era la Disney, che avrebbe permesso di utilizzare i personaggi delle storie più conosciute. I responsabili del network ABC hanno sostenuto l’idea perché gli episodi avrebbero offerto un nuovo approccio ai personaggi, così iconici.

Alla Disney ci sono delle persone che si occupano di proteggere i marchi di loro proprietà e Kitsis ha ricordato:

“La prima immagine del nostro pilot era quando mettevamo nelle mani di Biancaneve una spada, e non avevamo pensato che sarebbe stata la prima volta che accadeva. Abbiamo avuto questo incontro con le persone della Disney e abbiamo detto: ‘Beh, nel film originale andava nella casa dei nani e puliva, ma non vorremmo che le nostre figlie facessero così. Non è il tipo di Biancaneve che vogliono vedere'”.

I due autori hanno spiegato fin dall’inizio come volessero creare una versione moderna dei personaggi.

La Disney non influisce comunque nel lavoro degli sceneggiatori per quanto riguarda la scelta dei personaggi.
All’inizio di ogni stagione Kitsis e Horowitz si incontrano con i responsabili dello studio e rivelano quali sono i loro progetti per la nuova stagione e poi i responsabili della produzione portano il materiale alla Walt Disney Co. e viene data quasi sempre una riposta positiva perché ormai si conosce come lavorano gli autori. Eddy e Adam, inoltre si divertono come se fossero dei bambini:

“La cosa che ha fatto scoccare la scintilla che ha dato vita all’idea era trovare nuovi modi per mescolare i personaggi. Ci riporta a quando eravamo bambini e mettevamo insieme i giocattoli di Darth Vader e Mr. Spock

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Uno degli elementi su cui hanno dovuto maggiore insistere è stata la versione malvagia di Peter Pan, mentre tra i personaggi che vorrebbero utilizzare in futuro ci sono Aladdin, Jasmine e i protagonisti del film La Principessa e il Ranocchio.

Nonostante Star Wars sia ormai un marchio Disney, difficilmente verranno inseriti elementi legati alla saga stellare.

Dopo Once Upon a Time in Wonderland, che non ha ottenuto i risultati sperati, per ora non è in programma un altro spinoff e da sempre gli autori sperano di creare il mondo di Storybrooke un po’ ispirandosi a Springfield, la città in cui è ambientata la serie animata I Simpson, dove si sa che una volta ogni anno possono apparire certi personaggi ed esiste un mondo ricco di dettagli.

Fin dall’inizio non c’è stata alcuna intenzione di mostrare dei personaggi femminili che sembrassero incapaci di reagire ai problemi in modo indipendente. Edward Kitsis ha ricordato:

“La principessa Leia non aveva bisogno di essere salvata e quella è sempre stata una fonte d’ispirazione. E abbiamo sempre scritto delle donne forti, che si trattasse di Kate in Lost o Felicity. Per noi quello è interessante. Volevamo principesse in grado di combattere”.

Horowitz ha rivelato che le sue figlie, due gemelle che ora hanno 7 anni, gli chiedono sempre quando possono apparire nello show, mentre il figlio di Edward Kitsis si è impaurito vedendo delle scene con Tremotino (Robert Carlyle):

“Non ha ancora ripreso a guardare lo show. Quando è corso via urlando, come ogni buon padre pensa, ho detto ‘Beh, questa scena funziona realmente'”.

Channing Dungey, che ha sostituito Paul Lee a capo della sezione che si occupa dei progetti seriali della ABC, collabora da tempo con gli autori ed Eddy e Adam hanno spiegato:

“Ci ha dato l’appunto migliore ricevuto dopo la visione del pilot. Nella prima versione, il Principe Azzurro moriva alla fine. Dopo aver realizzato Lost sembrava una svolta dark e molto bella che avrebbe avuto degli effetti su Biancaneve e gli altri personaggi. L’osservazione di Channing era: ‘Per essere uno show sulla speranza, è un finale piuttosto triste’. Aveva ragione. Era un appunto che teneva in considerazione l’intera serie e non solo il pilot. Quello ci ha aiutato a pensare a gettare le basi per il futuro, se fosse arrivato a cento episodi…”.

Kitsis ha confermato che la storia deve avere una conclusione ed è al tempo stesso può andare avanti a lungo perché ci sono ancora così tanti personaggi da esplorare e in futuro potrebbero persino essere cambiati i protagonisti.

Che ne pensate? E’ stata una scelta giusta modificare il pilot?

Fonte: The Hollywood Reporter