Se si dovesse rintracciare un difetto diabolicamente persistente che ha caratterizzato la seconda stagione di Le Regole del Delitto Perfetto, esso sarebbe senza dubbio l’affastellamento quasi compulsivo di eventi più o meno importanti ad affollare la scena e togliere, di conseguenza, importanza all’approfondimento psicologico dei suoi pur solidi personaggi. Molto (troppo) spesso, infatti, i protagonisti della serie prodotta da Shonda Rhimes hanno manifestato un disagio espresso più a parole che a fatti, barcamenandosi con una sorta di rassegnato fatalismo a un destino sempre più caotico e confuso; il tutto senza, di fatto, mostrare un’autentica sofferenza, eccezion fatta per la leonessa Annalise (Viola Davis). Il massimo che abbiamo ottenuto, negli episodi più deboli di questa stagione, sono state delle battute sarcastiche sull’assurdità degli eventi in cui i cinque allievi della professoressa Keating si sono via via trovati coinvolti.

Ebbene, con There’s ...