“Ora so che, se dovrò di nuovo andare in cerca della felicità, non la cercherò più in là della mia stessa casa: perché, se non la trovo lì, non la troverò mai da nessun’altra parte.” Può sembrare paradossale e quasi ridicolo accostare una citazione tratta da un’opera traboccante buoni sentimenti come Il Mago di Oz a una serie intrisa del cinismo più bieco come Le Regole del Delitto Perfetto. Eppure, la fuga di Annalise Keating (Viola Davis) nel nido domestico abbandonato tempo addietro, tra le braccia della madre Ophelia (Cicely Tyson), riecheggia in parte le parole del romanzo di Baum. Non che la nostra antieroina abbia trovato la felicità, siamo onesti: tuttavia, è impossibile non notare come un episodio come Anna Mae sia il contrappeso inaspettato rispetto a una stagione costellata di intrighi, delitti e cupezza, uno spaccato di quiete – e immancabile discussione – al riparo dal clima pesante e brutale che ha caratterizzato sin da subito la serie ...