Come Breaking Bad, Better Call Saul rimane una storia di maschere e di ruoli. Grandi personaggi che sarebbe sbagliato definire del tutto amorali, ma che rispetto alla maggioranza delle persone hanno una soglia molto più bassa per scegliere tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. La maschera, tanto per Heisenberg quanto per Saul Goodman, coincide allora con uno pseudonimo che diventa uno strumento per spersonalizzarsi e autogiustificarsi, per dare uno sfogo necessario a pulsioni che non possono più essere negate. C’è egoismo, senza dubbio, ma c’è anche consapevolezza in tutto ciò. La stessa che, tramite alcune selezionate e intoccabili figure, è in grado di sollevare quella maschera e di riportare a casa i protagonisti.

I legami umani come debolezza di personaggi inattaccabili in un mondo in cui il fato ha un sinistro senso dell’umorismo. È immediato rintracciare nella sequenza finale dell’episodio un riferimento a tutto questo, nella misura in cui l’un...