Da dove veniamo? Che siamo? Dove andiamo? Questo il titolo di uno dei dipinti più famosi di Paul Gauguin, nonché epigrafe ideale di questa seconda stagione di Empire che, giunta a tre episodi dalla propria conclusione, sembra non porsi più le domande fondamentali atte a garantire, a qualsivoglia prodotto televisivo, una propria coerenza e solidità drammatica. Eh già, perché la confusione la fa da padrone in More Than Kin, puntata guazzabugliata che disfa e rimette insieme un numero esagerato di cose, a confermare una stasi narrativa che ormai ristagna da troppo tempo nello show della Fox, inspiegabilmente ancora detentore di un ottimo successo di pubblico.

Gli incidenti si susseguono, e trovano risoluzione tanto rapida da lasciare lo spettatore più ingenuo di stucco: dal malore di Anika, risoltosi dopo una corsa all’ospedale che non ha fatto tremare neppure una foglia, alla rottura di Laura con Hakeem a seguito della scoperta del bimbo in arrivo, rottura prontamente restaurata da...