C’è chi lo paragona a The Wire, c’è chi lo paragona a Game of Thrones, e invece Gomorra è simile solo a se stesso. È un prodotto tipicamente italiano in un’accezione positiva del termine, molto lontana da come la intendeva Stanis La Rochelle. Una serie che mira a soddisfare il palato di un target sicuramente trasversale, ma nel quale rientrano tutti quegli spettatori abituati a seguire modelli stranieri quando si parla di show televisivi. La serie di Sky non è avulsa da quel tipo di linguaggio. Ne segue le svolte e gli stratagemmi più tipici (il colpo di scena, il cliffhanger, i personaggi conflittuali), ma ne riadatta gli stilemi alla luce del contesto sociale che deve raccontare. Rimane un racconto di genere – ed è assurdo che questo passi spesso in secondo piano – forte e coinvolgente.

Questi ultimi due episodi andati in onda portano al culmine e punto di non ritorno gli scontri e l’ansia alimentati nelle precedenti puntate. Pietro Savastano esce totalmente a...