A cura di Fabio Segretario

Dati Tecnici

  • Video: AVC, 1080/24p (23,976), 1.78:1

Audio:

  • 5.1 Dolby Digital: Portoghese Spagnolo (America Latina)
  • 5.1 DTS: Italiano Francese Tedesco Spagnolo (Castellano)
  • 5.1 DTS HD Master Audio: Inglese

Sottotitoli:

  • Italiano Inglese NU Francese Tedesco Spagnolo (Castellano) Spagnolo (America Latina) Portoghese Danese Olandese Finlandese, Norvegese Svedese.

Altre specifiche:

  • 2 dischi 50gb
  • Region free
  • Amaray Slipcase
  • Prodotto e distribuito da 20th Century Fox.
  • Edizione ITALIANA disponibile nei seguenti paesi: IT UK ES DE FR US NL
  • Serie

    Quattordici anni dopo la chiusura degli X-Files, una sezione dell’FBI dedita allo studio, archiviazione e risoluzione dei casi di natura ignota e paranormale, gli ex agenti Fox Mulder e Dana Scully conducono vite separate e lontane da quel mondo. Ma quando il loro ex capo, il vicedirettore dell’FBI Walter Skinner, li contatta affinché accettino di incontrare un certo Ted O’Malley, un conduttore di un webshow sulle cospirazioni governative, per informarli della storia incredibile di una ragazza di nome Sveta, Mulder e Scully verranno nuovamente trascinati in quel mondo, facendo luce su una verità sconcertante che convincerà Skinner a riaprire gli X-Files affinché i due agenti cerchino ancora quella verità sfuggente che è là fuori.

    Riuscire a quantificare quello che fu il fenomeno di X-Files non è una cosa facile. Sarebbe riduttivo definirlo soltanto come una delle serie televisive più seguite degli anni novanta. Va ben oltre i semplici dati di ascolto. E’ più ragionevole definirlo come uno dei più grandi e potenti impatti culturali di sempre che siano stati partoriti dalla televisione. Non solo ha ridefinito i canoni qualitativi del serial, ma li ha plasmati tanto da farli divenire uno standard. X-Files evolve quel concetto di serial moderno iniziato tre anni prima con Twin Peaks, da cui per altro ha tratto ispirazione, insieme ad altri show come Ai confini della realtà. La coppia Mulder (David Duchovny) e Scully (Gillian Anderson) è diventata una vera icona riconoscibile ovunque, entrata nella cultura pop e nei modi di dire, non solo per l’alchimia unica che verrà copiata e tutt’ora viene copiata da tutti, ma anche per l’incredibile modernità nei dialoghi e per il coinvolgimento che riuscivano a dare allo spettatore che ancora oggi funziona. La serie è divenuta il simbolo di un intero genere, non solo riguardante gli UFO o le cospirazioni governative, ma anche per ogni leggenda metropolitana. Nessun’altra serie è più riuscita ad imporsi come vero fenomeno, nemmeno titoli blasonati come Lost hanno avuto lo stesso impatto potente. Peraltro fu anche il primo show cresciuto insieme ad internet e a una comunità creatasi per discutere degli episodi, quando ancora internet era per pochissimi e il termine social media era sconosciuto, anche in questo quindi rivoluzionaria. Dopo nove stagioni e un film cinematografico, X-Files venne cancellato. C’è chi dice per colpa dell’11 settembre, con un pubblico che non cercava più cospirazioni governative in un’America unita dalla tragedia, ma più probabilmente per uno stallo creativo e la disaffezione del pubblico dopo la defezione di Duchovny. X-Files ebbe poi un ritorno di fiamma al cinema nel 2008 con “Voglio Crederci”, ben poco amato sia dai fan che dalla critica, che decretò la morte definitiva del franchise, nonostante il continuo sostegno dei fan nella speranza di un qualcosa all’orizzonte.

    Negli ultimi anni abbiamo assistito e continuiamo ad assistere ad una serie di revival di show più o meno storici con un grosso fandom alle spalle, che hanno riportato in vita almeno per una volta serie importanti, come ad esempio 24 con 24 Live Another Day (e prossimamente tornerà totalmente riavviato con 24 Legacy), Heroes con Heroes Reborn e più avanti vedremo il ritorno di Prison Break e quello attesissimo di Twin Peaks. Era solo una questione di tempo prima che si facesse nuovamente il nome di X-Files, complice il servizio di Netflix che ha fatto conoscere la serie a una nuova generazione, creando una nuova schiera di fan. Quello che in origine sarebbe dovuto essere il terzo film, ma che non si fece a causa dell’insuccesso di Voglio Crederci, è diventato una mini serie evento, estremamente limitata (solo sei episodi, un settimo episodio era previsto ma non è mai stato realizzato) che riporta la serie in televisione dopo quattordici anni. La serie è stata girata a Vancouver, là dove le prime quattro stagioni e il secondo film furono realizzati, coinvolgendo quanti più autori e cast tecnico e artistico avevano lavorato alla serie originale. Anche la scelta di usare l’opening originale delle prime sette stagioni (sebbene in una versione modificata), aumenta il senso di continuità stilistica e mette a proprio agio lo spettatore appassionato, ma soprattutto crea un’identità propria, come il tema musicale e i suoi protagonisti.

    Nonostante un fortissimo entusiasmo iniziale, i fan più accaniti hanno aspramente criticato questa decima stagione, aspettandosi una serie maggiormente accomodante rispetto ai loro desideri. Chris Carter invece ha optato per scelte più audaci e che hanno dato alla serie un’impronta unica e di rara intelligenza. Ma soprattutto, quel che i fan tendono a dimenticare è che Chris Carter ha fatto quello che ha sempre fatto con questa serie e non solo: ha condotto lo spettatore a convincersi di una realtà, per poi spiazzarlo dicendogli che era tutta una bugia, in modo portare lo spettatore e il protagonista a continuare a cercare quella verità. Questo in fondo è sempre stato X-Files: un lungo viaggio con una meta eterea, irraggiungibile. L’episodio maggiormente incriminato è il terzo, “La Lucertola Mannara”: scritto e diretto da Darin Morgan, questo episodio di natura ironica ed autoironica, vede Mulder e Scully indagare su una serie di omicidi attribuiti ad una creatura rettiliana. Parlando direttamente al pubblico, così come al cuore di Mulder, l’episodio è una favolosa allegoria sulla serie stessa e pone l’interrogativo: il mondo ha ancora bisogno di X-Files? All’inizio dell’episodio troviamo un disilluso Mulder che riguarda i suoi casi scoprendo quanto molti di essi furono una perdita di tempo, spesso spiegati con soluzioni banali. Perché quindi tornare di nuovo a quella vita? La risposta che trova Mulder è quella che lo ha sempre governato, la volontà di credere nell’impossibile, la volontà di poter guardare uno show come questo e amarlo allo stesso modo di molti anni fa. L’episodio è condito di temi di contorno, da una scrittura brillante ed un umorismo irresistibile che lo rendono un prodotto di altissima qualità non compreso da tutti, ma che dimostra grande coraggio.

    Sotto accusa è sicuramente anche l’episodio “Babilonia”, scritto e diretto da Chris Carter. Dopo che due giovani medio orientali si immolano compiendo un attacco terroristico, i giovani agenti dell’FBI Miller e Einstein chiedono aiuto a Mulder e Scully per trovare un modo per poter comunicare con uno dei due terroristi, sopravvissuto ma gravemente ferito, attraverso mezzi poco ortodossi. L’episodio è un classico dicotomico tra scienza e fede, ma anziché essere affrontato su fazioni opposte, diventa due modi di pensare per raggiungere il medesimo obiettivo. Nonostante i temi, l’episodio è affrontato con un certo umorismo, in particolare nel viaggio allucinogeno di Mulder per raggiungere la mente del terrorista. E da non sottovalutare la presenza di Miller ed Einstein, modellati come giovani e caricati Mulder e Scully, ma mai come caricature degli stessi.

    Gli episodi “Evoluzione della Specie” e “Di nuovo a casa”, rispettivamente scritti e diretti da James Wong e Glen Morgan, usando canovacci classici per questa serie come quello del “mostro della settimana”, ma ben realizzati, nella sostanza trattano del tema della perdita, dei sensi di colpa e delle paure nascoste. Mulder e Scully soffrono ancora per aver dovuto abbandonare il loro figlio William a causa degli avvenimenti della serie originale e il dolore viene a galla in vari modi. In realtà quello di William è il vero filo conduttore di tutte e sei le puntate, molto più della cospirazione. A tal proposito, la prima e l’ultima puntata, “La Verità è ancora là fuori” e “Ossessione”, diretti da Chris Carter, rappresentano la prosecuzione della mitologia di X-Files legata agli UFO. Carter, pur riprendendo il tema da dove si interrompeva la nona stagione, ribalta le carte in tavola come ha sempre fatto e rimette tutto in discussione ignorando, apparentemente, alcuni degli avvenimenti consolidati all’epoca, creando un nuovo scenario. Avrebbero sicuramente meritato maggiore respiro queste puntate, visto il numero elevato di avvenimenti e forse Carter ha un po’ ecceduto nel mettere in evidenza temi contemporanei a lui fin troppo cari, che soffocano un po’ la narrazione, ma riesce ugualmente a tenere alta l’attenzione fino al cliffhanger finale e rimane fedele allo stile che ha sempre contraddistinto la serie. Visto il finale, ora non resta che attendere il via libera ad altri episodi, sperando di non dover aspettare di nuovo quattordici anni.

    Video

    Nonostante i fan italiani siano tra quelli che non hanno potuto ricevere il nuovo Box contenente la serie originale, per la prima volta in alta definizione la Serie Evento, la decima stagione, è approdata senza alcun ritardo rispetto ai mercati esteri nel formato Blu-ray, lasciando una certa sensazione di beffa negli appassionati. Di conseguenza la Serie Evento e i due film cinematografici sono a tutt’oggi le uniche interazioni in alta definizione che i fan italiani possono avere del franchise di X-Files. L’edizione, che comprende quasi tutti i mercati, presenta due dischi contenenti i sei episodi insieme ai contenuti speciali. La confezione è in amaray, racchiusa in uno slipcase in stampa metallizzata di pregevole fattura.
    La stagione è stata girata interamente in digitale Arri Alexa a 2.8K e finalizzata in un master 2K (digital intermediate). Si tratta della prima stagione che usa il formato digitale, abbandonando la pellicola 35 mm della serie originale e dei due film cinematografici. Nonostante il cambio di formato, la Serie Evento è all’insegna della tradizione, come tutto il resto della produzione: la fotografia è rimasta inalterata rispetto alla serie classica, prediligendo tinte uggiose e toni freddi, nonostante la presenza di scenari dai colori più caldi. Con il digitale però si ha una brillantezza maggiore rispetto al girato in pellicola e questo favorisce non poco la tridimensionalità generale. Non è certo l’unico vantaggio: infatti rispetto allo show originale l’incremento di definizione è notevole, dai primi piani con incarnati porosi e granitici, fino ai campi lunghi dagli elementi perfettamente definiti e sfondi dettagliati, che però conservano quel tanto di morbidezza che conferisce un tocco più organico e meno artificiale che il digitale tende ad avere. Il girato presenta una lieve rumorosità che dona quel senso di ruvidezza simile, seppur non identico, alla serie originale, con una grana molto più fitta e presente. Va detto che i girati televisivi di quel periodo erano tutt’altro che nobili e quel che era la norma, diventò una virtù propria della serie, qui riproposta, seppur in minima parte. Il livello del nero è ottimamente profondo ma mai soffocante, ricco di dettagli e intensifica parecchio la profondità del quadro. Non ci sono cali significativi, nemmeno nelle sequenze più scure, almeno per quanto riguarda il girato. L’encoding in AVC ad alto bitrate rende la compressione trasparente, ma se si analizza fotogramma per fotogramma qualche lieve incertezza salta fuori negli sfondi, cosa che comunque alla visione è impossibile notare.

    Audio

    Prassi standard: il doppiaggio italiano è presentato in 5.1 canali in DTS a 768 kbps, mentre l’originale inglese nel medesimo mix in DTS HD Master Audio. C’è un evidente errore nella tonalità della traccia italiana: tutte le voci hanno un tono più basso di come si dovrebbero sentire. Ciò può essere dovuto al fatto che i dialoghi sono stati registrati direttamente per la versione televisiva PAL e non sono state corrette opportunamente per la versione home video a 23,976 fotogrammi. Benché basti poco perché poi ci si abitui e inizino a suonare naturali alle nostre orecchie, resta comunque un errore che poteva essere corretto. Sorvolando su questo aspetto, la traccia italiana è comunque di ottima qualità nel mix, sia per le voci perfettamente integrate nella scena, sempre chiare e forti, senza segni di saturazione nelle medie frequenze, sia per gli effetti e la colonna sonora, che siano per le poche scene d’azione o dove la musica fa da tappeto per le varie sequenze. Da manuale la separazione e la direzionalità dei canali. La traccia originale non si discosta, ma è comunque un po’ più naturale e ricca, specie nei dialoghi.

    Extra

    Chi è appassionato di questo settore da tanto tempo rimpiange i tempi in cui gli extra di un’edizione erano curati tanto quanto il film o la serie che li conteneva. Considerando che, come ormai noto tra gli appassionati, spesso e volentieri gli extra rappresentano un mero corollario, un riempitivo da inserire nelle edizioni home video di scarsa importanza, è con grande sorpresa, bisogna dire, che X-Files arriva carico di diversi contenuti molto interessanti, corposi e ricchi di particolari. A farla da padrone sono i due documentari, molto corposi, “43:45” e “Stagione X”, che si addentrano nel cuore della serie sviscerandone i particolari, dall’idea iniziale, il suo concepimento, la produzione, fino alla post produzione e alle opinioni sul risultato finale. Seguono poi due scene tagliate, una sequenza di papere sul set, come da tradizione e una featurette che rievoca quelli che furono i mostri più apprezzati della serie originale. Non mancano nemmeno ben tre commenti audio degli autori e del cast su tre degli episodi. Chiude poi una featurette riguardante l’impegno di Fox per una produzione dal basso impatto ambientale e il cortometraggio Grace, che ricorda un episodio di Ai confini della realtà, totalmente slegato dal brand X-Files. Decisamente molto da scoprire.

    Disco 1

    • Commento all’episodio Evoluzione della Specie di Chris Carter e James Wong
    • Commento all’episodio La Lucertola Mannara di David Duchovny, Gillian Anderson, Kumail Nanjiani e Darin Morgan

    Disco 2

    • Commento all’episodio Ossessione di Chris Carter e Gabe Rotter
  • Scene Tagliate
  • Mulder incontra la donna con l’impermeabile – da “La Verità è ancora là fuori”
  • Versione estesa scena del ballo di Mulder – da “Babilonia”
  • 43:45 – Dar vita ad un episodio
  • Introduzione e Atto I: in casa di Fox Mulder
  • Atto II: l’invasione dell’America
  • Atto III: cospirazione di uomini
  • Atto IV: fammi vedere
  • Atto V: nel mondo
  • Stagione X
  • Interruzione Pubblicitaria
  • Rimettere insieme il gruppo
  • Amore platonico
  • Arte che prende vita
  • Il piccolo Über-Scullys
  • Uomo Lucertola
  • Meta-Files
  • Il Terrore è a casa
  • Il “Viaggio” di Mulder
  • Segnale disturbo
  • L’Ultima tentazione di Mulder e Scully
  • Scully ama la scienza
  • Questa è la fine
  • Sequenza di Gag
  • Mostri della Settimana: riepilogo delle creature più feroci e spaventose della serie originale
  • X-Files: produzione nel rispetto ambientale
  • Cortometraggio: Grace – di Karen Nielsen
  • Conclusioni

    Fortemente discussa dai fan, acclamata da molti, odiata da altrettanti, il revival di X-Files non è passato certo inosservato, nonostante la sua breve durata. Le nuove avventure di Mulder e Scully non sono solo un mero retaggio di un’epoca passata, ma hanno dimostrato di essere ancora un marchio amatissimo e che ha lasciato il segno. Chris Carter confeziona una miniserie coraggiosa, audace, rischiosa che ha spaccato il suo pubblico, ma che ha dimostrato anche una cura tutt’altro che scontata. Il cofanetto, di ottima qualità, come sempre riporta fedelmente la bontà tecnica del prodotto, contornato da una gran quantità di extra. Altamente raccomandato.