Che l’ironia sia, da sempre, uno degli elementi distintivi di Le Regole del Delitto Perfetto è fatto noto, ribadito dal titolo del primo episodio della terza stagione, We’re Good People Now. Se, infatti, il sipario si apre su una situazione meno convulsa di quelle a cui la serie ideata da Peter Nowalk ci ha abituati, è innegabile che la propensione alla menzogna – e al crimine – di alcuni personaggi sia rimasta immutata, andando persino ad avvelenare coloro che orbitano attorno alla professoressa Annalise Keating (Viola Davis) e ai suoi cinque allievi prediletti.

La seconda stagione si era conclusa con un cliffhanger di tutto rispetto: la morte di Wallace Mahoney (Adam Arkin), padre di Wes (Alfred Enoch) per mano di qualcuno che tutti gli indizi portano a supporre sia Frank – ma che, proprio per questo, potrebbe rivelarsi essere una falsa pista – viene trattata e accantonata con una velocità sospetta, per quanto siamo ragionevolmente sicuri che la storyline in questione sia lungi dall’essere archiviata. Ciò che sembra premere agli autori, in questo incipit di stagione, è mostrare i nostri protagonisti in un impasse figlio delle loro azioni. Ecco quindi i brillanti studenti di Annalise Keating declassati e umiliati da valutazioni mediocri, specchio di un anno costituito più da occultazioni di cadaveri che da sedute di studio.

Il mix di analessi e prolessi alla base della struttura narrativa della serie sono, qui, più vezzo che necessità: è ancora presto per dirlo, ma la maggior parte degli accadimenti estivi occorsi ai protagonisti non ha il magnetismo morboso delle loro gesta più efferate; tuttavia, risulta perfettamente comprensibile e condivisibile la scelta di tirare un ampio respiro prima di riprendere a correre, raffigurando i personaggi alle prese con rimorsi, dubbi e incertezze. Il che, va detto, non è per nulla scontato in Le Regole del Delitto Perfetto, show che più di una volta ha optato per una cancellazione sbrigativa degli atti criminosi dei suoi antieroi, tanto rapidi nel rimuovere il senso di colpa da rasentare più volte, non volendo ammettere l’ipotesi di una scrittura sciatta, la psicopatia.

In fuga dall’entourage di Annalise e, forse, colpevole dell’omicidio Mahoney, Frank (Charlie Weber) emerge come presenza sempre più rilevante a livello drammaturgico, presente non solo in scena con un look del tutto nuovo dettato dalla necessità di mimetizzarsi, ma anche e soprattutto nei discorsi dei ragazzi. Laurel (Karla Souza) sembra non riuscire a perdonarlo e, quindi, dimenticarlo, mentre Wes ammette candidamente con l’amica l’impossibilità a intraprendere una relazione con lei proprio per l’ingombrante presenza dello spettro di Frank.

Frattanto, l’evoluzione del rapporto tra Connor (Jack Falahee) e Oliver (Conrad Ricamora) prende una piega inaspettata nel momento in cui quest’ultimo decide, dopo essere stato assunto da Annalise contro il volere del fidanzato, di porre fine a una relazione che, a detta di entrambi, li vede ancora innamorati. L’eccessiva indulgenza di Connor, additata da Oliver come sbagliata e dannosa, fa scattare nello spettatore una riflessione: a fronte di una situazione che vede i cinque studenti di Annalise sospesi in un limbo, gravati dal peso mortale delle loro azioni ma incapaci di assumersi le proprie responsabilità di fronte alla legge, il desiderio di proteggere a ogni costo il barlume di purezza sentimentale che ciascuno di loro conserva è uno dei più alti ed efficaci punti di contatto empatico tra pubblico e personaggi.

L’impressione, all’indomani di questo esordio di stagione, è di trovarsi sull’orlo di un precipizio, in una situazione di sicurezza precaria che ci spinge a chiederci cosa sia in serbo per la professoressa Keating e i suoi spregiudicati allievi nei prossimi episodi; e il flash forward di fine puntata, con un’Annalise devastata dal dolore dinnanzi al corpo estratto dall’incendio avvenuto in casa sua, apre la porta sulle ipotesi più svariate, evidenziando ancora una volta l’incrollabile mordente emotivo che costituisce, al di là degli intrighi, la linfa più autentica e persistente di Le Regole del Delitto Perfetto.