X Factor è tornato e ha fatto sentire subito di che pasta è fatto quest’anno.

Il fittissimo palinsesto 2016-2017 di Sky si è aperto ieri sera con l’arrivo dell’attesissima decima edizione del talent show più osannato e imitato di sempre, un format che negli anni non smette di raccogliere consensi e che deve il suo successo planetario ad una formula azzeccata e alla capacità di avere sfornato, anche in Italia, artisti che si sono tramutati in vere e proprie star di livello internazionale.

L’enorme scintillante e rutilante giostra di X Factor si è infatti messa in moto in prima serata su Sky Uno con le “audizioni” – ovvero la prima parte delle selezioni dei concorrenti – e da quello che abbiamo visto, si tratta già di un vero e proprio show: uno spettacolo nello spettacolo. Perché abbiamo proprio avvertito la sensazione che per il decennale la produzione di Sky abbia pensato davvero in grande.
A partire innanzitutto dalla struttura: abbandonata l’X Factor Arena, lo spettacolo trova una nuova collocazione nel più grande teatro tenda d’Italia, il Linear Ciak Teatro, una struttura di 4.500 mq che accoglie ben 3000 persone. E fin da subito non è difficile immaginare quanta soggezione e quanto timore (ma anche adrenalina) possa scatenare un luogo tanto imponente alle aspiranti popstar.
Il palco e l’intera struttura ci fanno presagire che anche quest’anno assisteremo ad allestimenti, scenografie e coreografie fantasmagoriche (sempre sotto la direzione del geniale Luca Tommassini) ma, in attesa di conoscere più avanti la squadra dei partecipanti al completo, al momento notiamo che la vera prima vera rivoluzione è rappresentata dal ‘cast’ di questa nuova edizione.

Iniziamo con la figura del “bravo presentatore”, ovvero da Alessandro Cattelan, confermato anche quest’anno e ormai volto indiscusso del talent, che fin dai primi fotogrammi si riafferma vero intrattenitore e noi, che da sempre lo stimiamo ed ammiriamo, speriamo con tutto il cuore che non si monti mai la testa ma che rimanga sempre così: professionale, divertente, irriverente ma al tempo stesso genuino. Insomma, per noi Cattelan è prima di tutto ‘persona’ e non personaggio.

Ma se la riconferma di Cattelan ci ha trasmesso un senso di serenità, inutile negare che tutti noi abbiamo storto un po’ il naso o quantomeno mostrato perplessità non appena, qualche tempo fa, erano stati rivelati i nomi dei quattro giudici. Perché, se la riconferma di Fedez appariva già scontata, l’inaspettato ritorno di Arisa, che già fu un indomito e fumantino discusso giudice a X Factor 6 (memorabile una sua lite con Simona Ventura) ha sorpreso non pochi. Ma questa scelta, in un primo momento percepita come azzardata, da quanto abbiamo visto ieri ci pare invece perfettamente indovinata, perché Arisa è apparsa matura, addirittura dolce e a tratti materna, ma sempre donna di carattere forte.
Alvaro Soler forse poteva sembrare la scelta più ruffiana, perché è il divo del momento, idolo delle ragazzine e non solo, artista spagnolo di fama internazionale in nomination ai Latin American Music Awards. Ci si poteva aspettare il classico belloccio piacione dal fascino latino, e invece Alvaro – oltre a un’innegabile avvenenza – è preparato (è cantautore e polistrumentista) e possiede una innata simpatia. Ci appare sveglio, attento, preciso, misurato, non una parola di troppo o fuori luogo, gentile e cordialmente seduttore con il sesso femminile, ma altrettanto disponibile con gli aspiranti concorrenti uomini. Non divaga, guarda dritto negli occhi e dice sempre con fermezza il suo pensiero.

manuel-agnelli

Ma per ora la grande rivelazione è colui che era stato visto da subito come un outsider, proprio lui,  il quarto membro Manuel Agnelli. Il giudice meno conosciuto (soprattutto dal pubblico più giovane), ma che dire, praticamente perfetto. Parla senza arroganza e spocchia, con una dovizia quasi chirurgica nei giudizi, incoraggia laddove intravvede delle potenzialità e spegne invece definitivamente ogni velleità dove non vede, e non c’è, talento. Dice esattamente quello che noi pubblico e telespettatori stiamo pensando, ma lo dice meglio di come lo diremmo noi, con le parole giuste e la competenza che solo un vero musicista può avere. In pratica potremmo dire che Manuel Agnelli è tutti noi, ma lui lo è di più.

Ieri sera carrellata abbastanza interessante di aspiranti popstar. Sembra proprio che la qualità si sia alzata, bravi il cantautore “onirico”, la boy band di 5 ragazzi, la giovane italo-thailandese con la chitarra, la diciottenne con turbante in testa, il duo di artisti di strada, il quartetto in stile Coldplay e bravi i rapper black veronesi. Si sta alzando l’asticella e le aspettative del pubblico e dei giudici volano alte. Ma solo chi ha talento deve proseguire.

I giudici ci paiono concordi nei giudizi e, a differenza delle scorse edizioni, pare di scorgere nel gruppo una insolita armonia. Agnelli non fa sconti a nessuno, ma anche Soler non mostra tracce di buonismo, neppure quando deve dire no a un ragazzo spagnolo che, pieno di buoni propositi – ma visibilmente privo del fattore X – bussa da un po’ a tutte le porte dei vari talent show in cerca di fortuna. Il momento cult della serata si è delineato però dopo l’inclassificabile esibizione di un impettito giovanotto di belle speranze,  creduto un militare dell’Esercito. Dopo una tragicomica stonata e fuori tempo interpretazione di “Tutto l’amore che ho” di Jovanotti, un immenso Agnelli ha apostrofato così il ragazzo:

È un vero peccato che tu non sia un militare, perché uno che ha tutto questo coraggio dovrebbe difendere il paese.

Battuta da standing ovation. Sottile, tagliente, incisiva. Ha condensato un’idea, dicendo tutto, ma senza la minima offesa. 92 minuti di applausi.
Con un aplomb quasi British, il nostro giudice preferito, ha poi mantenuto il controllo nell’istante in cui ha dovuto giudicare due presuntuosi ragazzi esibitisi con maschera stile Slipknot di periferia, tacciandoli di vecchio e inutile anticonformismo nonché di noiosa incapacità. Sempre Agnelli ha poi messo al suo posto un giovanissimo ed improbabile duo di YouTuber salito sul palco per cantare la canzone dei Finley ” Diventerò una star”: ha precisato che prima di diventare una stella del firmamento musicale sarebbe opportuno imparare a cantare e suonare, e che loro non sapevano fare invece nessuna delle due cose. Lapidario, ma necessario.
Fronte comune di no da parte dei giudici, infine, verso un irascibile rapper sardo e anche a una stralunata fanciulla dispensatrice di pupazzetti di pezza.

Se l’intento della produzione Sky era di scegliere un cast non solo validissimo, ma scomodo e spiazzante, stavolta può proprio dire di aver fatto centro.

E a completamento di un cast già vincente non poteva mancare l’inossidabile e divina Mara Maionchi con la sua striscia di sagaci commenti “Mara Dixit”, ormai vero cult anche a livello social.

Il nostro giudizio finale premia questo debutto. La sensazione è che non rimpiangeremo nessuno dei giudici precedenti perché l’atmosfera che si respira è positiva e coinvolgente, per ora non una sbavatura ma solo un prodotto di altissimo livello che è destinato, anche quest’anno, a raggiungere numeri da capogiro.