Chapter 7 è il miglior episodio di American Horror Story da molti anni a questa parte. Ed è anche uno degli episodi meno simili di sempre alla serie. Prosegue sulla scia del mockumentary tracciata già con la svolta dello scorso episodio, ma ne ampia portata e conseguenze, battendo il tempo di questi Three Days in Hell che il ritorno a Roanoke ha comportato per i protagonisti. Lo fa a suon di morti, crudeltà assortite, una vaga ricerca del realismo che, va detto, non riesce mai del tutto a ottenere. Ma è certamente una boccata d’aria fresca per una serie che aveva girato sugli stessi schemi per troppo a lungo e che ora appare molto più libera.

Merito senza dubbio anche del minor minutaggio stagionale. Appena dieci episodi, peraltro divisi in due tronconi da cinque, con puntate da meno di quaranta minuti. Il ritmo, il coinvolgimento, i personaggi, tutto ne guadagna. American Horror Story abbraccia la sua svolta con ferocia e cattiveria, senza rallentare, senza aprire parentesi narr...