La musica in televisione è una scommessa che si è rivelata spesso vincente, talent show come X-Factor, che da dieci anni mietono successi, ne sono la prova evidente e per questo motivo SKY ha deciso di puntare su questo immenso bacino di pubblico, creando un nuovo canale tematico tutto dedicato alla musica, facendo nascere Fox Live, che debutterà domani – mercoledì 23 novembre – con un big del pop-rock italiano: Luciano Ligabue.

Fox Live trasmetterà il docufilm Made in Italy, scritto da Emanuele Milasi e Alessia Rotondo e diretto da Valentina Be, oltre alla registrazione dei concerti di Liga Rock Park di Monza del 24 e 25 settembre, uno speciale evento presentato ieri sera in anteprima ed in esclusiva, al quale noi di BadTV eravamo presenti, presso il Cinema Multisala Adriano di Roma, alla presenza di Luciano Ligabue e di un nutrito gruppo di fortunati estratti a sorte tra 40 fan di FOX e 200 iscritti all’attivissimo fun-club del cantante Bar Mario i quali, grazie al loro calore e all’immensa passione per il rocker, hanno contribuito a scaldare la serata scatenandosi e ballando alle note dell’ultimo album dell’artista.

La presentazione è iniziata con l’invito a parlare sul palco alla regista del docufilm, Valentina Be, la quale si è detta entusiasta di aver avuto l’opportunità di lavorare con il cantante, e allo stesso Luciano Ligabue che ha parlato della sua ultima fatica, l’omonimo concept album Made in Italy, uscito il 18 novembre, le cui 14 tracce sono unite da un fil rouge che racconta una storia ben precisa:

E’ la storia di una persona, l’odissea di un uomo che, in qualche modo, è o il mio me stesso in un’altra situazione oppure la vita che avrei potuto vivere se non avessi fatto il cantante oppure una mia vita parallela oppure semplicemente una parte di me. Ho provato a pensare a questa persona che sta facendo un lavoro che non gli piace, ma che è prezioso, perché – per quanto non gli piaccia – ha comunque la fortuna di averlo, che è alla fine della sua relazione con la moglie e che incolpa un po’ gli aspetti esterni, quelli del nostro paese che tutti conosciamo, come i motivi principali della sua crisi esistenziale. Per certi versi ha ragione a farlo, ma per altri ha bisogno di fare un suo percorso personale, ha bisogno di vedere le cose con uno sguardo un po’ diverso e quindi Made in Italy è la storia di questo percorso che lo costringe a vedere le cose con occhi diversi.

Il motivo per cui è nato questo lavoro è stato anche quello di insegnare di nuovo ad ascoltare un album musicale come se stessimo leggendo un libro, piuttosto che recependolo a spizzichi e bocconi da radio e social media?

Non ho la pretesa di insegnare né di chiedere la dedizione per forza a nessuno, però voglio ricordare che la velocità con cui seguiamo ogni cosa, grazie ai social, grazie ad Internet, grazie all’informazione che è cambiata, non vi permette di fare i conti che dovete davvero fare con voi stessi. Per poter fare il lavoro di cui avete bisogno, è necessario avere tempo e quindi il tempo che voi date alla musica è un tempo che guadagnate, non che perdete, dico la musica, ma potrebbe essere anche un film, un libro o la contemplazione di un quadro. Dentro di me questo è un album che va ascoltato tutto assieme e di seguito.

Il protagonista di questa storia è un uomo che si chiama Rico che, essendo diverso da Ligabue, gli ha permesso, anche musicalmente, di staccarsi dal genere per cui l’artista è così conosciuto ed amato, sperimentando e giocando con stili musicali diversi, il reggae, rhythm and blues, il soul, il funky che, per sua stessa ammissione, ha frequentato molto poco in passato, ma che ha trovato divertenti da sperimentare in questa occasione. Per questo motivo Made in Italy ha più colori ed un’apertura diversa dal solito, che – secondo Ligabue – richiederanno un po’ di pazienza da parte dei fan, che forse potrebbero trovarsi spiazzati di fronte ad un genere al quale non sono abituati, ma che lui ha sentito l’esigenza artistica di dover esprimere.

Cosa ti lasciano esperienze come Campo VoloLiga Rock Park, dove sei investito dall’amore e dalla stima di fiumi di fan che ti vengono ad ascoltare?

Si sa che il brutto del raccontare le emozioni è che si ha la sensazione di sminuirle, parlando quindi di fisicità, tutti più o meno sappiamo cosa sia un orgasmo, ecco, in quelle occasioni, non si raggiunge quell’intensità, ma quei concerti hanno una durata molto più lunga.

Non tutti gli artisti sono capaci o in grado o desiderano raccontare il proprio processo creativo ed essere altrettanto aperti quanto Luciano Ligabue, quando si tratta di mostrare al proprio pubblico cosa muova la propria anima, cosa li ispiri, da cosa sia guidata la frenesia creativa che porta a scrivere un album come Made in Italy in soli 20 giorni, dimenticandosi quasi di dormire e mangiare, tanto è forte il desiderio di tradurre in musica un’emozione, ma questo è esattamente quanto fa questo docufilm. E’ insieme una lettera d’amore a chi segue da sempre la lunga e fortunata storia del rocker e un grido di frustrazione di un Rico qualsiasi, che affronta la difficile realtà quotidiana e la propria crisi personale in un paese complesso come il nostro, in cui sembra sempre più difficile parlare di speranza. Eppure, nella sua banale normalità, quella di Rico è una storia interessante, soprattutto se confrontata con quella del Ligabue artista, in grado di richiamare folle oceaniche ad ogni suo concerto, tra il protagonista di questo album e l’uomo che lo canta, ci sono differenze e similitudini di cui è possibile godere, come suggerisce l’autore stesso, solo sedendosi ed ascoltando e capendo, grazie a questo speciale “dietro le quinte“, che cosa abbia significato per Ligabue regalare al suo pubblico questa nuova fatica.