Se l’esordio della scorsa settimana aveva messo in campo fin troppi elementi narrativi, a scapito dell’approfondimento dei protagonisti, Mistress-New-Mistress riesce a conferire a Emerald City la tensione drammatica che sembrava carente nelle prime due puntate. Complice la separazione ben distinta delle diverse storyline, la trama guadagna in chiarezza e i personaggi in spessore, in un contesto visivo affascinante e ricco di soluzioni estetiche mozzafiato come il miglior Tarsem Singh sa fare.

La vicenda di Tip, ben nota a chi conosce la saga di Baum, si tinge di dolore e diviene quasi metafora della fine dell’infanzia, laddove la ragazzina scopre, una volta per tutte, di essere stata forzatamente costretta per tutta la vita in un corpo maschile, e di essere approdata ora a una forma fisica in cui, per più di una ragione, non riesce a riconoscersi. È questa forse, a oggi, la declinazione più riuscita della modernizzazione tentata da Emerald City, in cui le caratteristi...