Questa terza stagione di The Affair vive in uno strano spazio, a metà fra il limbo e l’epilogo. Tutto nell’agire e nel pensare dei protagonisti viene proiettato nel passato. Può trattarsi di un passato recente, quello trattato nelle precedenti due stagioni, che quindi conosciamo bene. Oppure può essere legato a un ricordo ancora più lontano, ancorato a traumi che solo ora si risvegliano a causa di determinate circostanze. Ciò che rende questo sesto episodio buono, e forse migliore di quelli che l’hanno preceduto, è un certo affetto per i personaggi, la capacità di prenderli, buoni o cattivi che siano, e trarne materiale per nuove riflessioni, nuove sfumature che si aggiungono al loro carattere.

Ad esempio è il caso di Helen. Che fosse stravolta ancora dopo molto tempo dal senso di colpa era chiaro. Lo si vedeva nei suoi ripetuti tentativi di instaurare un dialogo con Noah, forse riprendere un discorso interrotto anni prima. Eppure è solo di fronte alle ripetute e viol...