A un primo sguardo, dovendo dare un giudizio stilistico basato su questi primi due allucinanti e psichedelici episodi di Legion, forse la serie più simile è Sherlock. Con la serie della BBC quella di FX condivide una visione parziale, soggettiva, che gioca sulle transizioni di montaggio ponendo uno sguardo interno e intimo al di sopra dell’impianto oggettivo di una storia che, almeno speriamo, la serie dovrebbe raccontare. A un secondo sguardo invece, volendo proprio trovare un riferimento più distante, ma forse più adatto, Legion ricorda di più la visione e l’approccio di Satoshi Kon. Se avete avuto la fortuna di vedere qualcuno dei capolavori del regista giapponese scomparso, forse noterete alcune affinità con il linguaggio di Noah Hawley.

Un linguaggio che, come sospettavamo, non si pone come esperimento isolato e confinato al primo episodio (qui la recensione), ma si estende in vari modi anche in questa puntata. Il prologo ideale della vicenda bloccata all’interno...