C’è questa idea molto riuscita per cui Big Little Lies è solo incidentalmente un giallo con un assassino, un morto e un movente da scoprire. Quella, probabilmente, è la “grande” bugia che copre tutto il resto, ma il motore della storia sono le piccole falsità che riempiono la vita quotidiana delle donne forti protagoniste. La loro stessa tenacia e inarrestabilità si sgretola momento dopo momento, nella relazione con le altre o con il loro vissuto privato, lasciando intendere ancora una volta un sistema di ipocrisia, o forse un semplice meccanismo di difesa contro il dolore.

Madeline, Jane, Celeste, perfino Renata, soffrono lo standard elevato di una vita che non ammette debolezze né verità, in cui non ci si può affidare quasi a nessuno e le relazioni servono a tenere in piedi meccanismi di routine. Piccole ipocrisie, frecciatine, stupide e piccole ripicche che filtrano attraverso un disagio più grande. Un disagio che, lo sappiamo già, esploderà di qui a poco tempo in ...