A quanto pare ci siamo. Dopo varie stagioni in cui l’eminenza grigia Dar Adal si celava tra le pieghe della storia, a volte presunto villain, ma sempre e comunque uomo tanto pratico quanto spietato, pare che quest’anno Homeland arriverà alla resa dei conti con il personaggio. E malgrado l’idea delle fake news, della manipolazione per creare sconcerto di stringente attualità continui a permeare lo sfondo della vicenda, è l’anima più thriller ad emergere in Sock Puppets. Un episodio, il nono di una stagione che volge al termine, che rimette fortemente al centro i personaggi, i loro confronti a lungo rimandati.

Si ritorna a dinamiche storiche, le stesse che hanno mosso nei primi decisivi anni il senso più profondo di Homeland, al di là della patina fantapolitica pure importante e che in questo episodio si ripropone forte. Non sembra un caso il fatto che l’episodio si apra con un’inquadratura fissa, che sà quasi di intervista-confessione, a Carrie