“Cosa importa se muoio?” dice Leonardo Notte citando la celebre reazione di Georges Jacques Danton alla lettura di condanna alla ghigliottina impartitagli dal Tribunale manovrato dall’ex amico Robespierre in quella Francia postrivoluzionaria dove il Terrore avrebbe preso il sopravvento su idealismi e amicizie del passato. 1993, seconda stagione della serie tv più nichilista, sexy ed elettrica del palinsesto italiano, comincia così. C’è ancora Giuseppe Gagliardi dietro la macchina da presa e i formidabili Alessandro Fabbri, Ludovica Rampoldi e Stefano Sardo alla sceneggiatura. Che scrittura intelligente. Che immagini tenebrose. Mentre il direttore della fotografia Michele Paradisi fa sempre più il Gordon Willis de Il Padrino, circondando i personaggi di un’oscurità che puoi quasi sentire insinuarsi nell’anima, assistiamo nei primi due episodi della serie Sky a un riaccendersi nervoso delle linee narrative conclusesi il 21 aprile 2015 sulla rete a pa...