Dopo un silenzio mediatico che è durato tutto il weekend, e poche ore dopo la scadenza della deadline che avrebbe condotto a uno sciopero degli sceneggiatori in grado di paralizzare Hollywood e i network broadcast e via cavo, la WGA (il sindacato degli sceneggiatori) e la AMPTP (l’organismo che rappresenta i produttori e gli studios televisivi e cinematografici) hanno raggiunto un accordo preliminare.

Si tratta di un contratto di tre anni che riguarderà cinema e televisione: non sono ancora disponibili i dettagli, ma sembra che le richieste degli sceneggiatori (tra cui il sostegno all’assicurazione sanitaria della WGA e compensi maggiori e protezioni per gli sceneggiatori di serie con un numero inferiore di episodi) siano state soddisfatte. Ora l’accordo andrà ratificato dai board della WGA della costa est e della costa ovest. Successivamente andrà ratificato dai membri del sindacato.

Sciopero scongiurato, quindi: è una vittoria per i consumatori, ovviamente, ma anche per il sindacato degli sceneggiatori – che ha confermato la sua forza e la sua compattezza. Possono dirsi inoltre soddisfatti i network e gli inserzionisti: il 15 maggio infatti inizieranno gli upfront, e senza la minaccia di uno sciopero sarà più semplice per loro gestire trattative e accordi.

Uno sciopero paragonabile a quello del 2007/2008 (che durò tre mesi e costò oltre 2 miliardi di dollari) avrebbe avuto un impatto potenzialmente devastante sull’industria televisiva, sull’economia californiana (200 milioni di perdite alla settimana) e addirittura sui comportamenti degli spettatori americani, che trovando meno offerta sui network televisivi avrebbero potuto accelerare il fenomeno (già in corso) del passaggio a piattaforme digitali e non lineari.