Uno degli ospiti d’eccezione dell’edizione 2017 di Napoli Comicon, da pochi giorni giunta a conclusione, è stato l’attore irlandese Liam Cunningham, prevalentemente noto per essere l’interprete del personaggio di Sir Davos nella popolare serie TV Il Trono di Spade.

Noi di BadTV.it abbiamo partecipato, assieme ad altri colleghi, alla roundtable con Cunningham, nel corso del quale l’attore ha parlato della natura del suddetto personaggio, ma anche più in generale del suo lavoro.

Siamo stati proprio noi a prendere la parola per primi, chiedendo al prestigioso ospite di raccontarci chi è per lui Sir Davos, e come giudica l’evoluzione del personaggio, in origine un criminale, il quale, dopo aver pagato per i suoi crimini, ha sposato dapprima la causa di Stannis Baratheon, per poi unirsi a una lotta ancora più grande, capitanata da Jon Snow. In un mondo come quello de Il Trono di Spade dove non ci sono veri e propri “buoni” e “cattivi”, Davos può essere considerato una sorta di eroe?

Questa è una domanda molto intelligente. Credo che Davos possa essere definito come un “quasi-eroe”. A volte, mi capita di guardare a lui come al personaggio interpretato da Robert Duvall [Tom Hagen] ne Il Padrino, ossia come a un uomo che non cerca di accaparrarsi il potere per sé e che non ha proprio questo tipo di ambizione insita dentro di lui.

Il potere, questa terribile droga che finisce per renderti paranoico, non ha effetto su Davos. Inoltre, quando hai il potere tutto nelle tue mani, ti trovi a essere molto solo: non hai amici, ed è una cosa terribile. Davos rappresenta una voce molto forte in questa serie TV, uno strumento importante per personaggi come Stannis o Jon Snow, perché è in grado di dire la sua in modo disinteressato, anche e soprattutto quando in disaccordo.

Davos è una persona che è in grado di rimanere sempre molto semplice e fare la cosa giusta, e questa è una cosa estremamente rara e impegnativa. Nonostante i suoi peccati del passato e la sua povertà, Davos è un uomo nobile, anche se in principio non aveva alcun titolo e non sapeva nemmeno leggere. In un mondo in cui veri nobili – come i Lannister, che hanno soldi, e potere, e un’istruzione – hanno svenduto la loro anima, Davos si erge come una forza positiva, nella quale gli spettatori possono identificarsi: un uomo semplice, e per questo nobile.

Rispondendo a un’altra domanda, l’attore ha poi accennato qualcosa su ciò che gli spettatori possono aspettarsi sulla nuova stagione de Il Trono di Spade, in arrivo tra un paio di mesi.

Dal punto di vista visivo, sarà uno spettacolo straordinario. Penso che la gente continuerà a guardare il Trono di Spade anche tra quindici, vent’anni: è uno show che trascende la contemporaneità. Lo stesso contenuto drammatico, à la Shakespeare, rende questa storia davvero senza tempo.

Inoltre, ha anche una grande valenza metaforica: Il Trono di Spade narra ciò che avviene in un mondo fantastico, che però in qualche modo è molto simile al nostro. Penso che in entrambi il potere non sia una cosa buona da perseguire o da possedere, lo dimostra la Storia.

Alla fine, credo davvero che Il Trono di Spade, pur con i suoi contenuti fantasy e da family drama, sia uno show che narra di cosa sia una civiltà, e della guerra che talvolta è inevitabile per difenderla o ricostituirla, e che ci mostra quello che può accadere se ognuno di noi fa i suoi meri interessi a discapito degli altri.

Del resto, il “game” in “Game of Thrones” non è casuale: molti personaggi dello show non pensano davvero alle persone, ma a vincere un gioco. E penso che avvenga lo stesso anche nella nostra società, nella nostra politica, in cui tutti amano il potere, il denaro, il proprio status, che provano in ogni modo a proteggere. Del resto, ci sarà pure un motivo se questo show ha così tanto successo, no?

Infine, Cunnigham, ritrovatosi a fare l’attore quasi per caso, ha poi raccontato del suo passato, davvero molto curioso:

Sono diventato un attore a causa dell’Africa.

Era lì che vivevo in passato, dove lavoravo nel campo dell’ingegneria elettrica, costruendo impianti ad alto voltaggio. Prima di questa esperienza, non ero mai stato da nessuna parte, e scoprire quel mondo fu davvero un’epifania, per me. Una volta tornato in Irlanda, non volevo più fare quel tipo di lavoro, motivo per il quale mi misi alla ricerca di un hobby per tenermi impegnato; amavo la recitazione e progressivamente quello che era nato come un hobby divenne ben presto una passione, e poi un lavoro, e ne volevo sempre di più, di questo strana cosa che è fare l’attore.

Tuttora quando qualcuno mi chiede cosa faccio nella vita e sono costretto a rispondere “l’attore“, non sono a mio agio. Penso sempre di star dicendo qualche tipo di stronzata. Eppure è quello che mi dà da vivere da circa ventisette anni: non mi piace davvero essere un attore, ma amo recitare, perché quando lo faccio sento di avere il controllo di qualcosa e la mia immaginazione può viaggiare. Sono diventato un attore perché amo le belle storie, e volevo farne parte.

Devo dire di essere stato molto fortunato, e con il Trono di Spade ho potuto fare il salto: ora la gente mi riconosce! Ma ho lavorato con tanti grandi registi prima di questa serie, come Steve McQueen, Steven Spielberg e Dario Argento – anche se di certo non al suo film migliore – giusto per citarne qualcuno.

La settima stagione de Il Trono di Spade andrà in onda a partire dal prossimo 17 luglio su SKY Atlantic HD.