Il cuore delle vicende narrate in Orange is the New Black sono i cambiamenti. E questo, considerato che lo show si svolge in un’unica, immensa, ambientazione, vuole dire molto. Nel momento in cui vive ancorata nello spazio – salvo flashback – la serie di Jenji Kohan gioca su un’evoluzione che matura nel tempo e che deve, necessariamente, essere influenzata da altri fattori. Primo fra tutti il senso di comunità che si viene a creare tra le mura di Litchfield. Il contesto carcerario muta, si adatta, rispecchia i vari microcosmi, soprattutto etnici, delle detenute che vivono all’interno. Nel momento in cui viene a cadere una sovrastruttura di controllo, cosa accade a quell’equilibrio? La quinta stagione della serie di Netflix cerca di rispondere a quella domanda.

O meglio, è guidata dalla ricerca di questa. La quarta annata di Orange is the New Black si chiudeva sullo scoppio della rivolta, con l’immagine di Dayanira che puntava la pistola contro un agente mentre tutto intorno a lei un ce...