Questa sera, su FOX (canale 112 di Sky),  alle 21:50, prenderà il via la quinta stagione di The Americans. Ai vertici di tutte le classifiche delle migliori serie tv Usa del decennio e con fan autorevoli come Stephen King (suo un tweet del 2014: “con serie così, il cinema è diventato un po’ datato”), la serie ha ricevuto 12 premi e 57 nomination alle competizioni più importanti, da poco è stata rinnovata negli Usa per una futura sesta stagione, che si annuncia come la conclusiva.

The Americans ci catapulta negli anni ’80 di Reagan con la storia del matrimonio di Philip (Matthew Rhys) ed Elizabeth (Keri Russell) — nomi veri: Mischa e Nadezhda —, agenti segreti al servizio dell’Unione Sovietica sotto copertura a Washington, sposati e genitori di due figli. Un matrimonio combinato che nel corso degli anni è diventato «vero» (curiosamente è vero anche fuori dallo schermo: i due attori sono fidanzati da anni).

Grazie agli archivi Mitrokhin, oggi  si sa molto del KGB e di come si fosse infiltrato ovunque nei paesi occidentali durante la Guerra Fredda ma The Americans offre allo spettatore uno sguardo insolito perché usa le relazioni familiari come una finestra sulla geopolitica. In realtà, come hanno spiegato i due creatori Joel Weisberg (ex agente CIA) e Joe Field alla Lettura, le due dimensioni — quella politica e quella personale, il domestic drama — sono continuamente intrecciate: «Nella scrittura — dichiara Weisberg — non pensiamo mai all’aspetto politico della vicenda ma restiamo concentrati sulle relazioni: marito-moglie, genitori-figli. Anche così viene fuori la dimensione politica poiché tutti i personaggi hanno punti di vista e aspettative sul mondo».

La serie riparte che riparte lunedì su FOX e non potrebbe essere più attuale, nei giorni del Russiagate in cui Donald Trump rischia l’impeachment per le possibili interferenze del governo russo nella campagna presidenziale USA. Qualche mese fa si era persino diffusa la notizia (falsa) che in questa stagione sarebbe comparso un giovane Putin agente del KGB. Weisberg e Joel Field si sono dichiarati turbati. Quando hanno iniziato a scrivere lo show non potevano immaginare che le relazioni America-Russia avrebbero preso l’attuale direzione. «Credevamo che lo show avrebbe aiutato gli spettatori a conoscere meglio il nostro ex nemico, non certo il nostro nemico attuale!».

Uno dei punti di forza di The Americans è sempre stata la sua capacità di far empatizzare lo spettatore con Philip ed Elizabeth, pur non tralasciando nessuno degli aspetti brutali legati alla loro missione. Altra caratteristica è la mancanza della dicotomia (americani) buoni/(russi) cattivi che contraddistingue molte classiche storie di spionaggio durante la Guerra Fredda. Nella serie non ci sono eroi, nessuno è completamente nel giusto, tutti sembrano interessanti in quanto fragili e imperfetti.

Nella nuova stagione sarà più forte per i due protagonisti il groviglio di contraddizioni della loro “vita da spie” in relazione al futuro della figlia adolescente Paige (Holly Taylor), a conoscenza della reale professione dei genitori e avviata forse a seguirne le orme. La ragazza è come se insinuasse un dubbio nella folle quotidianità delle due spie, cresciuti secondo i valori della fedeltà assoluta alla causa sovietica. E’ prima una ragazza americana o figlia di spie del KGB? Tutto questo sarà ancora più drammatico nella situazione alla Romeo e Giulietta in cui Paige si innamora di Matthew (Danny Flaherty), teen-ager figlio di un agente dell’FBI.

Via comunicato stampa