Le storie che ci raccontiamo vivono in uno spazio che esiste tra ciò che è desiderabile e ciò che è opportuno, tra ciò che vorremmo vedere e ciò che è più corretto raccontare. E Game of Thrones, conscio della vasta eco del proprio racconto, negli anni ha tolto, ma ha anche saputo dare al momento opportuno esattamente quel che i suoi spettatori chiedevano e si attendevano. Addirittura, a volte si è stabilita indirettamente questa connessione vigile, sopra le righe, in cui lo stesso racconto tendeva verso determinate concessioni, o strizzate d’occhio alla platea.

Ciò detto, la quinta puntata della settima stagione è il potenziale episodio da amore incondizionato o da rifiuto totale. Nulla è particolarmente fuori posto rispetto al nuovo modo di scrittura abbracciato negli episodi precedenti, ma se l’approccio è immutato, la quantità risulta nettamente superiore. Di esigenza di velocità e di troncamento delle ellissi temporali si è già detto nelle settimane scorse, ed è spiacev...